La vita di ognuno di noi
è fatta di gesti che, a causa dell’abitudine, consideriamo del tutto naturali, anche se spesso naturali non sono.L’uso dell’energia
elettrica ne è l’esempio più significativo.
Quando accendiamo la luce
a casa nostra ci connettiamo ad un sistema complesso, quello della
produzione e trasmissione dell’energia, la cui gestione fin’ora è sempre stata considerata al di fuori della nostra possibilità di intervento, e le cui radici, purtroppo, affondano in situazioni
drammatiche: guerre per il petrolio, sfruttamento di risorse e di popolazioni nel terzo mondo, colonialismo economico, distruzione dell’ambiente e della nostra salute.
Queste ed altre
riflessioni hanno portato alla fine del 2008 un gruppo di persone provenienti da più regioni d’Italia a tentare un approccio diverso al grande problema dell’Energia dando vita alla Cooperativa
Elettrica RETENERGIE
La cooperativa RETENERGIE
rappresenta un nuovo modello di gestione del Bene Comune Energia,attraverso un processo che coinvolge direttamente i cittadini. Le attività della cooperativa infatti vengono finanziate da forme di
azionariato popolare, in particolare raccolta di capitale sociale e di prestito sociale remunerato.
Le finalità della
cooperativa sono tre: produrre energia attraverso impianti finanziati dall'azionariato popolare, vendere la propria energia ai propri soci e fornire una serie di servizi energetici ai soci stessi.
L'obiettivo ultimo quindi
è quello di creare un sistema innovativo e solidale in cui il socio
da un lato è proprietario degli impianti della cooperativa,dall'altro a casa propria può usare l'energia prodotta da questi stessi impianti.
Il percorso è complesso
e procede a tappe; da quest’anno è stato raggiunto un livello intermedio molto importante attraverso l’accordo con un operatore del settore, la società TRENTA spa del Trentino. La Cooperativa vende la propria energia a Trenta che a sua volta la rivende ai nostri soci attraverso una convenzione appositamente studiata.Attualmente la
Cooperativa ha circa 600 soci in tutta Italia. Ha sette impianti fotovoltaici già allacciati alla rete per un totale di 450 kWp, un progetto idroelettrico e uno eolico in fase di studio e da quest’anno comincerà ad operare come ESCO sempre nell’ambito della
riqualificazione energetica.
Il progetto è ambizioso,ma assieme possiamo renderlo reale: consapevolezza, rispetto dell’ambiente e delle persone, e determinazione sono i tre cardini su cui questo innovativo Modello di gestione condivisa di un Bene Comune, l’Energia, può e deve realizzarsi.In ogni caso premendo
quell’interruttore in casa nostra siamo coinvolti, sta a noi decidere se farlo come agenti attivi del cambiamento o continuando a subire scelte fatte da altri.
www.retenergie.it

Il Circolo V.A.S Torino Verde Ambiente e Società cura la pubblicazione di questo blog per informare sulle varie notizie ed iniziative. Collabora con l'Associazione Ecograffi.it V.A.S. opera con l'esclusivo intento del perseguimento di finalità di solidarietà sociale, di tutela e valorizzazione della natura e dell'ambiente e della salute. Per saperne di più o per iscriversi : VAS NAZIONALE cell. 3274010905, donazioni CF 97078560584 il nuovo sito www.verdiambientesocieta.it
domenica 30 giugno 2013
sabato 29 giugno 2013
mercoledì 26 giugno 2013
I RIPETITORI RADIO SONO RESPONSABILI DI MOLTI CASI TUMORI da sanitanews
http://www.sanitanews.it/quotidiano/intarticolo.php?id=7484&sendid=884
Secondo una ricerca brasiliana sugli effetti dell’esposizione alle radiazioni dei ripetitori radio esiste un collegamento diretto tra i decessi per cancro e le reti mobili cellulari nella zona di Belo Horizonte, la terza città del Brasile.....leggi tutto
Secondo una ricerca brasiliana sugli effetti dell’esposizione alle radiazioni dei ripetitori radio esiste un collegamento diretto tra i decessi per cancro e le reti mobili cellulari nella zona di Belo Horizonte, la terza città del Brasile.....leggi tutto
martedì 25 giugno 2013
domenica 23 giugno 2013
Barolo art works for cover jazz CD Esagono - Il 4 Luglio ascoltando il Barolo, sorseggiamo jazz di Vincenzo Reda
Da: www.informacibo.it
Super-pensionati da 90.000 euro al mese: ecco chi sono i più ricchi d'Italia Di: http://www.controcopertina.com/
sabato 22 giugno 2013
giovedì 20 giugno 2013
mercoledì 19 giugno 2013
Una strada per il rilancio di VAS di Giorgio Diaferia
Comunicare, far sapere quello che si fa, quello che si è
fatto per acquisire quel consenso che negli ultimi anni è venuto a mancare alla
nostra Associazione. Questo lo spirito del progetto VASwebTv, per mettere in
rete e presto non solo più su computer ma anche sul comune televisore le nostre
campagne presenti e future. Lo streaming permette infatti di essere visti in
diretta in tutto il Mondo, così come il creare un canale web dedicato a noi
permette anche di creare un archivio video consultabile da tutti e non solo dai
soci.Vorrei lanciare nell’autunno una nuova campagna per la quale sto
ricercando un’idea grafica. Il titolo: Fermiamo lo Smog, perché vi sono nuove
ed importanti evidenze scientifiche di come l’inquinamento mini la nostra
salute e soprattutto quella dei nostri bambini, anche ancora in fase di
concepimento. Alla denuncia del problema VAS, vuole però anche offrire idee per
le soluzioni possibili. Questo potrà avvenire con il rilancio di quel comitato
scientifico di supporto che è sempre stato il fiore all’occhiello di VAS, sino
a pochi anni fa. La Scienza può essere, almeno per quella componente che
intende collaborare con il mondo ecologista, una nostra grande alleata, per
documentare le nostre affermazioni anche forti. Comunicare ed informare, due
cose ben diverse tra loro per far venire voglia alle persone di sostenerci
anche attraverso la donazione del 5 per Mille, o con sottoscrizioni
affiliazioni. I Circoli nuovi continuano ad aprirsi, in netta controtendenza ma
dobbiamo aiutarli nelle loro battaglie e soprattutto far conoscere i problemi
del territorio in cui operano e che loro
possono segnalare con competenza e documentazione diretta.La nostra
webtv avrebbe questo scopo: rilanciare
Campagne di grande presa sull’opinione pubblica e di supporto alle istituzioni
impegnate sul tema quali “Preveniamo gli Incendi”, “Diritti al Mare”o lanciare anche iniziative piacevoli e
legate al territorio da scoprire attraverso un viaggio virtuale fatto di video
e di fotografie, per rendere ancora più evidente l’importanza di non
distruggere l’ambiente in cui viviamo e lavoriamo. Mi riferisco ad EcoTurismo.
Una webtv per ridarci un po’ di entusiasmo, coinvolgendo i nostri soci giovani,
creando una Redazione reale che metta insieme le tante competenze giornalistiche
esistenti dentro VAS, utilizzando canali telefonici gratuiti che permettano
di parlarci e di vederci scambiando così settimanalmente o anche mensilmente
notizie ed informazioni. Una VAS anche virtuale per sopperire ai costi della
stampa, degli spostamenti fisici, senza però penalizzare, ma anzi incrementando
i contatti fra noi . Se poi la web tv avrà anche il supporto della carta
stampata, leggi VerdeAmbiente e di una eventuale ecoRadio, ancora meglio,
saremo anche più interessanti per chi volesse sostenerci. Ecco VAS, secondo il
mio modesto parere di socio più che quindicinnale potrà risorgere grazie alla
creazione di una sua struttura comunicativa. Dobbiamo crederci e puntare su un
rilancio, anche valorizzando una grande manifestazione come il Premio
VerdeAmbiente, dopo il quale per settimane si dovrà continuare a parlare di
noi, dei premiati, alcuni dei quali hanno anche avanzato ottime e praticabili
proposte di collaborazione. Credo altrimenti che la fine sia già annunciata, nonostante l'impegno di Pollice e della Presidenza tutta
martedì 18 giugno 2013
sabato 15 giugno 2013
4 modi per ridurre le emissioni di CO2 di Redazione Ambiente
La Cina guida l’aumento delle emissioni di CO2 che nel 2012 hanno raggiunto un nuovo record. Un aumento, quello del paese asiatico, che ha cancellato il parallelo calo registrato negli Stati Uniti e nell’Unione europea secondo l’Agenzia internazionale per l’energia (Aie).
Le emissioni globali nel 2012 sono cresciute dell’1,4 per cento toccando
quota 31,6 miliardi di tonnellate secondo le stime del rapporto “World energy outlook special report 2013:
redrawing the energy climate map” dell’Aie di Parigi.
La Cina si
conferma il primo paese per emissioni assolute aggiungendo altre 300 milioni di
tonnellate in dodici mesi, anche se questo rappresenta uno degli aumenti meno
consistenti dell’ultimo decennio. Un dato che riflette gli sforzi del governo di
Pechino verso lo sviluppo di una politica di efficienza energetica e per
l’aumento dell’energia prodotta grazie alle rinnovabili. Emissioni in crescita
di 70 milioni di tonnellate anche in Giappone.
Gli Stati Uniti, invece, hanno deciso di spingere sul gas
naturale per ridurre la dipendenza dal carbone. Una mossa che ha consentito una
riduzione delle emissioni di gas serra pari a 200 milioni di tonnellate
riportando gli Stati Uniti ai livelli registrati intorno alla metà degli anni
’90.
L’Unione europea ha tagliato le emissioni di 50 milioni di
tonnellate confermando il trend degli ultimi anni. Questo risultato è da
imputare sia alla crisi economica sia alla crescita delle rinnovabili. Anche se
va sottolineato un leggero aumento dell’utilizzo di carbone dovuto soprattutto
al calo del suo prezzo.
Questi dati non possono ancora garantire il contenimento delle emissioni
globali di CO2 al di sotto delle 44 miliardi di tonnellate entro il 2020, soglia
massima consentita secondo gli scienziati per mantenere l’aumento della
temperatura media globale entro i 2 gradi centigradi, come stabilito alla
conferenza di Copenaghen nel 2009. Secondo l’Aie, al ritmo attuale la
temperatura potrebbe salire dai 3,6 ai 5,3 gradi entro fine secolo.
L’Aie considera l'obiettivo ancora possibile e per questo suggeriscequattro politiche energetiche da adottare al più presto:
L’Aie considera l'obiettivo ancora possibile e per questo suggeriscequattro politiche energetiche da adottare al più presto:
- adottare misure specifiche per l’efficienza energetica che potrebbero dimezzare le emissioni di CO2 (49 per cento);
- limitare la costruzione e l’uso delle centrali a carbone meno efficienti;
- minimizzare le emissioni di metano in atmosfera durante la produzione di petrolio e gas naturale;
- accelerare la, seppur parziale, eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili.
venerdì 14 giugno 2013
Lo IARC spiega perché i campi elettromagnetici a radiofrequenza sono ritenuti agenti “possibilmente cancerogeni”
Nel 2011 presso l’Agenzia Internazionale per la Ricerca
sul Cancro (IARC) a Lione 31 esperti di 14 Paesi si sono riuniti per
valutare la cancerogenicità dei campi elettromagnetici a radio frequenza
(RF, da 30kHz a 300 Ghz) e a due anni di distanza il volume “Non ionizing radiation part 2 – radiofrequency electromagnetic fields”
riporta la classificazione dei campi elettromagnetici a radiofrequenza
come possibili cancerogeni per l'uomo, corrispondente al gruppo 2 B,
dove si trovano classificati altri 274 agenti.
L'esposizione umana ai campi elettromagnetici nell'intervallo di frequerza dai 30 kHz ai 300 Ghz è essenzialmente dovuta all'uso di dispositivi di comunicazione personali (come ad esempio telefoni cellulari, cordless, Bluetooth e apparecchi per radioamatori...), da sorgenti industriali sul luogo di lavoro (es. riscaldatori dielettrici ad alta frequenza e a induzione, utilizzati per esempio nell'incollaggio delle plastiche) e da sorgenti in ambiente esterno come ad esempio le Stazioni Radio Base, i ripetitori radio televisivi e gli apparati per applicazioni medicali.
Per i lavoratori la maggiore esposizione deriva da sorgenti poste in campo vicino, mentre la popolazione generale riceve la più alta dose di esposizione da apparecchi trasmittenti collocati in prossimità del corpo, come ad esempio i telefoni cellulari.
Numerosi e articolati gli studi epidemiologici che si sono occupati di indagare le possibili associazioni tra esposizione ai campi elettromagnetici RF ed insorgenza di tumori in popolazioni esposte sul luogo di lavoro (o in alternstiva “professionalmente”), nell'ambiente esterno o per l'uso di telefoni senza fili (cellulari e cordless). Questa ultima è l'esposizione che è stata più studiata.
Per quanto riguarda la correlazione fra la esposizione lavorativa e l'insorgenza di tumori il gruppo di esperti ha rilevato negli studi la presenza di carenze metodologiche che ne inficiano i risultati, mentre ha giudicato che tali studi non danno una dimostrazione sufficiente dell'esistenza di una associazione fra esposizione ambientale a RF e cancro.
Gli esperti si sono concentrati sulla valutazione dei potenziali effetti cancerogeni derivanti da campi elettromagnetici a radiofrequenza (30 kHz – 300 Ghz) da uso dei telefoni senza fili, a partire da quelli relativi alla insorgenza di tumori del cervello, come il glioma. Le conclusioni del gruppo di lavoro IARC si sono basate in particolare su uno studio di coorte danese s su 5 studi caso-controllo, fra cui lo studio multicentrico INTERPHONE, che ha coinvolto anche l'Italia e l'Istituto Superiore di Sanità. Si è ritenuto che i risultati emersi, in particolare per gli utilizzatori da più lungo tempo o che effettuano più ore di chiamate o per l'insorgenza di tumore dallo stesso lato dell'esposizione, non potessero essere dovuti solo a distorsione presente negli studi (essendo di tipo retrospettivo risentono di problemi di selezione dei soggetti e di raccolta delle informazioni sulla esposizione,etc.) e che invece indicassero una possibile relazione causale fra glioma e uso del cellulare. Ugualmente si è ritenuta possibile la relazione con l'insorgenza di un altro dei tumori cerebrali più studiato, il neurinoma acustico.
Pertanto si è concluso giudicando la cancerogenicità dei campi elettromagnetici RF di “evidenza limitata” negli studi sull'uomo, sulla base di una correlazione fra esposizione a RF da telefoni senza fili e aumento di insorgenza di glioma e di neurinoma acustico .
Per quanto riguarda la revisione di oltre 40 studi sugli animali, gli esperti hanno concluso che i risultati producessero una “evidenza limitata” di cancerogenicità dei campi elettromagnetici RF negli animali da esperimento.
Complessivamente, sulla base della evidenza limitata sia nell'uomo che negli animali, il gruppo di lavoro IARC ha classificato i campi elettromagnetici RF come possibili cancerogeni per l'uomo (Gruppo 2B IARC).
La letteratura sul tema è comunque in corso di aggiornamento nel 2013 e potrà contribuire a migliorare la valutazione della cancerogenicità dei campi elettromagnetici.
Per chi vuole approfondire:
L'esposizione umana ai campi elettromagnetici nell'intervallo di frequerza dai 30 kHz ai 300 Ghz è essenzialmente dovuta all'uso di dispositivi di comunicazione personali (come ad esempio telefoni cellulari, cordless, Bluetooth e apparecchi per radioamatori...), da sorgenti industriali sul luogo di lavoro (es. riscaldatori dielettrici ad alta frequenza e a induzione, utilizzati per esempio nell'incollaggio delle plastiche) e da sorgenti in ambiente esterno come ad esempio le Stazioni Radio Base, i ripetitori radio televisivi e gli apparati per applicazioni medicali.
Per i lavoratori la maggiore esposizione deriva da sorgenti poste in campo vicino, mentre la popolazione generale riceve la più alta dose di esposizione da apparecchi trasmittenti collocati in prossimità del corpo, come ad esempio i telefoni cellulari.
Numerosi e articolati gli studi epidemiologici che si sono occupati di indagare le possibili associazioni tra esposizione ai campi elettromagnetici RF ed insorgenza di tumori in popolazioni esposte sul luogo di lavoro (o in alternstiva “professionalmente”), nell'ambiente esterno o per l'uso di telefoni senza fili (cellulari e cordless). Questa ultima è l'esposizione che è stata più studiata.
Per quanto riguarda la correlazione fra la esposizione lavorativa e l'insorgenza di tumori il gruppo di esperti ha rilevato negli studi la presenza di carenze metodologiche che ne inficiano i risultati, mentre ha giudicato che tali studi non danno una dimostrazione sufficiente dell'esistenza di una associazione fra esposizione ambientale a RF e cancro.
Gli esperti si sono concentrati sulla valutazione dei potenziali effetti cancerogeni derivanti da campi elettromagnetici a radiofrequenza (30 kHz – 300 Ghz) da uso dei telefoni senza fili, a partire da quelli relativi alla insorgenza di tumori del cervello, come il glioma. Le conclusioni del gruppo di lavoro IARC si sono basate in particolare su uno studio di coorte danese s su 5 studi caso-controllo, fra cui lo studio multicentrico INTERPHONE, che ha coinvolto anche l'Italia e l'Istituto Superiore di Sanità. Si è ritenuto che i risultati emersi, in particolare per gli utilizzatori da più lungo tempo o che effettuano più ore di chiamate o per l'insorgenza di tumore dallo stesso lato dell'esposizione, non potessero essere dovuti solo a distorsione presente negli studi (essendo di tipo retrospettivo risentono di problemi di selezione dei soggetti e di raccolta delle informazioni sulla esposizione,etc.) e che invece indicassero una possibile relazione causale fra glioma e uso del cellulare. Ugualmente si è ritenuta possibile la relazione con l'insorgenza di un altro dei tumori cerebrali più studiato, il neurinoma acustico.
Pertanto si è concluso giudicando la cancerogenicità dei campi elettromagnetici RF di “evidenza limitata” negli studi sull'uomo, sulla base di una correlazione fra esposizione a RF da telefoni senza fili e aumento di insorgenza di glioma e di neurinoma acustico .
Per quanto riguarda la revisione di oltre 40 studi sugli animali, gli esperti hanno concluso che i risultati producessero una “evidenza limitata” di cancerogenicità dei campi elettromagnetici RF negli animali da esperimento.
Complessivamente, sulla base della evidenza limitata sia nell'uomo che negli animali, il gruppo di lavoro IARC ha classificato i campi elettromagnetici RF come possibili cancerogeni per l'uomo (Gruppo 2B IARC).
La letteratura sul tema è comunque in corso di aggiornamento nel 2013 e potrà contribuire a migliorare la valutazione della cancerogenicità dei campi elettromagnetici.
Per chi vuole approfondire:
- Il rapporto IARC http://monographs.iarc.fr/ENG/Monographs/vol102/index.php
- Impianti di telecomunicazione in città Scheda informativa ARPAT che affronta il tema del rischio connesso con le emissioni di onde elettromagnetiche degli impianti di telecomunicazione comuni nelle aree urbane.
- notizie publbicate nel sito su campi elettromagnetici e salute
COSTRUIAMO INSIEME LA NOSTRA WEBTV di Giorgio Diaferia
Fare oggi informazione scritta e video sulle tematiche ecologiste,
comporta, visto il proliferare di web tv di settore,il tentare di produrre
delle immagini e dei contenuti di qualità e per questo fortemente ancorati
all'attualità. Occorre non perdere di credibilità con informazioni non
verificate ma solo di effetto. Quindi è necessario un vero lavoro di
redazione e documentazione. Nasce così nel 2010, l’idea di dar vita al
progetto di una webtv e di un web journal, curati da una redazione giornalistica
e denominata Ecograffi.che si colleghi con VAS come appendice del
coordinamento regionale del Piemonte della associazione V.A.S. onlus e del
Circolo di Torino, con un accordo di collaborazione sotto forma di testata in
comitato ad uso gratuito. Il progetto redazionale, intende proseguire ed
ampliare la produzione e programmazione di trasmissioni televisive in onda
sulla tv analogica prima e digitale successivamente. Partiti come una
iniziativa di alcune singole persone, iscritte a VAS Torino, la prima
esperienza fu la trasmissione Salute&Ambiente in onda su GRP TV dal 2000
sino al 2006, e registrata presso gli studi della emittente torinese. Le
tematiche inizialmente affrontate, ampiamente presentate dal titolo,
davano attenzione ai tempi dell'ambiente urbano, agli intrecci tra le
politiche di tutela della salute e di prevenzione primaria delle patologie
legate agli inquinanti diffusi ed agli stili di vita. Temi etremamente
attuali ancora oggi. Allora come oggi la conduzione è affidata ad Antonella
Frontani, giornalista ora anche Redattrice Capo del web journal, con una
esperienza pluriennale tra Milano e Bologna nel campo della comunicazione e
marketing del settore lirico ed oggi neo vice Presidente di Film Commission
Torino. La tappa successiva fu Primantenna un'altra emittente regionale
Piemontese, ed il progetto cambiò nome in Ipotesi Gaia, la redazione si
ampliò con l'arrivo di Francesca Diaferia, giornalista e successivamente
Presidente del Circolo Vas di Torino. Stessa impostazione e medesimi
argomenti. Infine Antropos, una
trasmissione dai contenuti allargati, dove l'uomo è al centro del
ragionamento, collocato nella società in cui vive ed opera,inquina e si
ammala. L'approfondimento dei temi è curato in una rubrica a parte Focus, da
Giorgio Diaferia, medico e giornalista. Inoltre altra novità, la nostra
Redazione ha dato vita ad una rubrica dedicata al benessere a 360 gradi: Il
titolo Naturalis e la regia e
conduzione è affidata a Francesca Diaferia. La rete televisiva è divenuta
Quartarete tv (www.quartarete.tv), con la possibilità dello streaming e della visualizzazione anche su un
canale in HD il 511 del DgT . Antropos e Naturalis vengono anche riproposte
sul web, su varie piattaforme tra cui Youtube, Vimeo e My Space e sui
principali social network. Dalla messa on line del periodico web, inoltre,
tutta la produzione video è posizionata sulla home page di EcoGraffi.
Si è quindi creata una "rete" virtuosa tra il lavoro di scrittura,
che spesso riprende ed approfondisce i contenuti di Antropos e Naturalis e la
produzione televisiva. La redazione del web journal si è arricchita
ulteriormente con dei giovani collaboratori, facenti tutti parte del circolo
VAS di Torino. Tra questi gli operatori Simone Bauducco e Valentina
Maffucci, quest'ultima cura anche le regie. Un grafico Omar Arturo Bianco, un
web team con Davide Pongolino, Luca Puzzangara, Cristina Colet, PierLuigi
Fuggetta. Lo scopo di questo ulteriore passo avanti che la tecnologia
digitale permette, è quello di seguire eventi in diretta, ritrasmettendoli
nella loro attualità su un canale dedicato di EcoGraffi .La Redazione di
Ecograffi è anche attiva nel lavoro di comunicazione diretto, grazie alla
partecipazione a tavole rotonde e dibattiti sui temi suoi propri. La sfida
ora è quella di creare, in collaborazione con l'associazione VAS ed i suoi
circoli distribuiti un po' ovunque in Italia, tante piccole redazioni
giornalistiche che riprendano eventi legati al loro territorio,
producendo filmati ed articoli che amplino la produzione web. Esistono
numerose competenze giornalistiche all’interno della nostra associazione a
cominciare dal periodico Informacibo pensato e diretto dal nostro Donato
Troiano a Parma. Anche l’attività editoriale che garantisce continuità ed
aggiornamenti al sito nazionale ed al periodico VerdeAmbiente, rappresenta un
utile coinvolgimento diretto con informazioni provenienti da varie Regioni
Italiane, come importante è l’esperienza dell’agenzia giornalistica
parlamentare TeleAmbiente, a noi
vicina e poi ancora il canale Livestream. E’ però importante alle nostre
spalle avere un comitato scientifico che ci informi e ci garantisca sull’autenticità
e scientificità di una data notizia da dare, abbinato ad una tutela legale
indispensabile. Ma VAS possiede già tra i suoi soci entrambi le competenze e
semmai il comitato scientifico andrebbe solo riaggiornato e rilanciato, come
deciso nell’ultima Assemblea Nazionale di Sorrento.I” comunicatori” VAS, in
qualche modo formati ad un linguaggio comune dovranno interagire tra loro ed
essere coordinati da una Direzione tecnica . I temi da trattare, saranno
quelli delle molteplici campagne nazionali VAS, che hanno pagato la fine di
contributi e che pur rimanendo spesso uniche ed attuali giacciono nei
cassetti anche per mancanza di personale che ci lavori e per le grandi difficoltà
ad essere visibili. Ecco questo un punto nodale inserire il nostro lavoro
territoriale sul web attraverso il giornale e la web tv, aggirando così la
mancanza di informazione da parte di radio, tv e giornali Spesso le persone
credono che un dato problema si sia risolto semplicemente perché non se ne
parla più, magari dopo uno strombazzamento mediatico successivo ad un evento
estremo. Essere presenti sulla rete ed ovunque possibile farà in modo
che VAS sia maggiormente conosciuta,
più seguita nelle sue iniziative e campagne e qualche porta in faccia venga
lasciata invece aperta. Il nostro impegno sociale oltre che ambientale vuole
essere anche quello di “far sapere” alle persone che devono avere per legge
la possibilità di intervenire nei processi decisionali (Convenzione di
Aarhus). A noi cercare di fare la nostra parte anche con i pochissimi mezzi a
disposizione ma con le grandi competenze al nostro interno, magari anche con
il coinvolgimento di una Radio libera che ci riprenda e rilanci via etere..
|
giovedì 13 giugno 2013
STOPVIVISECTION
Cari tutti,
vi segnalo un'importante battaglia contro la vivisezione, che come VAS abbiamo deciso di appoggiare, inserendo il banner "stopvivisection" nella homepage del nostro sito internet (www.vasonlus.it) e invitando i nostri soci a firmare e far firmare.
Il sito da cui prendere informazioni è http://www.stopvivisection.eu/it.
Se qualcuno volesse raccogliere le firme ricordo che non si tratta di una normale petizione ma di un'iniziativa europea che necessita di dati specifici affinché la propria adesione sia considerata valida e che quindi va usato il link: http://www.stopvivisection.eu/it/content/sign-online.
Un caro saluto
Simona
vi segnalo un'importante battaglia contro la vivisezione, che come VAS abbiamo deciso di appoggiare, inserendo il banner "stopvivisection" nella homepage del nostro sito internet (www.vasonlus.it) e invitando i nostri soci a firmare e far firmare.
Il sito da cui prendere informazioni è http://www.stopvivisection.eu/it.
Se qualcuno volesse raccogliere le firme ricordo che non si tratta di una normale petizione ma di un'iniziativa europea che necessita di dati specifici affinché la propria adesione sia considerata valida e che quindi va usato il link: http://www.stopvivisection.eu/it/content/sign-online.
Un caro saluto
Simona
martedì 11 giugno 2013
lunedì 10 giugno 2013
domenica 9 giugno 2013
L'Italia e l'economia verde Binomio impossibile? di ReteAmbiente Parma
La
green economy nel nostro Paese ha avuto uno sviluppo meramente speculativo.
Ha
lasciato analisi e dotti discorsi ad università e ad ambientalisti accademici e
si è accaparrata le energie rinnovabili.
Oggi
il loro utilizzo è in mano ad investitori grandi e piccoli ed alle mafie, i
quali non si preoccupano assolutamente dei danni che possono arrecare
all'ambiente ed alla salute dei cittadini.
Puntualmente,
infatti, la ricerca di soluzioni innovative si è concentrata sulle tecnologie
della combustione: inceneritori di rifiuti, centrali a cippato di legna,
centrali ad oli vegetali, ad oli animali, pirogassificatori, quando non
addirittura biocombustibili da coltivazioni dedicate il cui effetto è di
sottrarre suolo all'alimentazione umana ed animale.
La crisi economica ha fatto da moltiplicatore a tale tendenza
trasformandola in dinamica strutturale.
Le
amministrazioni locali, dal più piccolo comune fino a Province e Regioni,
quando non del tutto escluse dal processo e ridotte a mere esecutrici del
dettato governativo, ricalcano tale dinamica convogliando finanziamenti anche
europei solo su tagli boschivi industriali ed impianti combustori, invece di
puntare ogni euro disponibile sul risparmio energetico, vero volano del
coinvolgimento diretto dei cittadini e della ripresa occupazionale
nell'edilizia.
Gli
incentivi pubblici, erogati dalla Cassa depositi e prestiti attraverso il GSE,
vanno a premiare principalmente la cosiddetta cogenerazione fatta da tali inceneritori
grandi e piccoli che producono energia elettrica fuori mercato e che il più
delle volte disperdono in aria l'energia termica, cioè tanta CO2.
Altresì
premiano centinaia di centrali a biogas alimentate non con effettivi scarti
agricoli o con reflui di allevamenti animali, ma principalmente con insilati di
mangimi vegetali da coltivazioni dedicate il cui effetto è quello di inquinare
ulteriormente la Pianura Padana e il mercato dell'affittanza agraria.
Ma
non si lesinano soldi nemmeno a quei 35 parchi fotovoltaici, rigorosamente a
terra, voluti dalla Provincia di Parma col suo project-financing
"Fotovoltaico insieme". Soldi che, curiosamente, non finiscono nelle
casse dei comuni, ma in pancia a finanziarie e a ditte costruttrici.
Un
fotovoltaico che, mentre in Germania è sui tetti dei cittadini remunerandoli,
nella nostra provincia occupa centinaia di ettari di suolo agricolo remunerando
banche e finanziarie.
Se
gli incentivi sostanzialmente premiano la speculazione, le normative le
spalancano la porta accontentandosi di limiti di emissioni solo formali,
cartacei e per di più autocertificati, mai realmente controllati dagli organi
preposti.
Ma,
soprattutto, nessuna normativa vigente prevede la cumulabilità delle emissioni
in essere con lo stato dell'inquinamento già esistente, quasi che nessun ente
autorizzante sapesse che l'aria della Pianura Padana è un coacervo di
inquinanti, impregnata di polveri sottili e di ossidi di azoto.
Oggi
la UE arriva a bocciare i cogeneratori a biomassa nel nostro paese dove la
direttiva aria risulti violata, cioè in aree che già superano i valori limite,
tipo il cogeneratore Citterio nel Comune di Felino. Le province dell'Emilia
Romagna si pronunciano per una soluzione diversa dall'incenerimento dei
rifiuti, tutte tranne la Provincia di Parma, tranne Bernazzoli che deve
difendere il suo accordo con Iren e l'inceneritore di Ugozzolo.
La
stessa giunta comunale di Langhirano si pronuncia contro la combustione di
biomasse sul suo territorio.
Mentre
nel Paes approvato dal comune di Felino è dato risalto al cogeneratore a grasso
animale di Citterio, nel Paes di Sala Baganza, furbescamente, non se ne fa parola, si menzionano solo impianti a biogas e la
produzione di biometano.
Evidentemente,
non è vero quello che affermano amministratori sia di destra che di sinistra,
che le normative vanno solo applicate.
Possono,
al contrario, essere valutate e, se il caso, messe in discussione.
Gli
amministratori sono eletti dai cittadini, sono i loro rappresentanti nelle
istituzioni. Quando dubitano dell'efficacia di una normativa debbono sottoporla
al vaglio della cittadinanza, debbono opporvisi quali interpreti del principio
di precauzione.
Nella
realtà, tale ruolo di opposizione, di contrasto alla speculazione lo stanno assumendo i comitati spontanei di
cittadini.
Sono
ormai centinaia ed è ridicolo considerarli come conseguenza dell'effetto Nimby,
del fatto che i cittadini non vogliano tali impianti solo perché vicini a casa
loro.
Il
loro impegno e la loro dedizione li qualifica come un nuovo movimento di lotta
civile per la difesa della salute e del territorio.
Perché
il vero tema in discussione, oltre alla salute dei cittadini, è quello delle
risorse naturali.
La
green economy, la speculazione sulle energie rinnovabili, tenderà ad appropriarsi
di tutte le risorse naturali consumandole: acqua, aria, suolo e patrimonio
boschivo.
Nessun
limite sarà rispettato.
Dalla
privatizzazione dell'acqua all'inquinamento delle falde acquifere per lo
spargimento selvaggio delle deiezioni animali
o dei digestati.
Dall'ulteriore
inquinamento dell'aria con inceneritori tipo Citterio in zone che già superano
i valori limite alla risalita dell'inquinamento su per le valli montane con
l'introduzione di centrali a cippato di legna.
Dalla
continua distruzione di suolo agricolo con la cementificazione in atto nei
paesi della pedemontana, quegli stessi che si definiscono "comuni
virtuosi", all'occupazione di centinaia di ettari di suolo agricolo da
parte dei parchi fotovoltaici a terra in ogni comune della provincia.
Dal
taglio boschivo selvaggio ed indiscriminato dovuto alla speculazione sulla
legna da ardere al taglio industriale per la cosiddetta "pulizia dei
boschi", finalizzato in realtà a costruire un mercato del cippato di legna
per le centrali medesime.
E'
possibile uno sviluppo alternativo delle energie rinnovabili?
Certo,
a patto che non si consumino risorse naturali ma le si valorizzino.
Impianti
a biogas di piccola taglia che utilizzino effettivi scarti agricoli, deiezioni
degli allevamenti e scarti dell'agroalimentare per produrre biometano.
Impianti
fotovoltaici comunali sui tetti delle case coinvolgendo i cittadini.
Impianti
solari termici collegati alla ristrutturazione delle case.
Sviluppo
edilizio di sola ristrutturazione dell'esistente volto principalmente al
risparmio energetico.
Ristrutturazione
dei borghi di montagna all'insegna del risparmio energetico per lo sviluppo di
una
ricezione
turistica diffusa ed accogliente.
Prima
di tutto serve la volontà di andare in una certa direzione.
I
nostri amministratori ce l'hanno?
Giuliano
Serioli
Rete
Ambiente Parma
9
giugno 2013
comitato pro valparma - comitato ecologicamente - comitato rubbiano per la vita -
comitato cave all’amianto no grazie - associazione gestione corretta rifiuti e risorse – no cava le predelle –
associazione per l'informazione ambientale a san secondo parmense
comitato associazione giarola e vaestano per il territorio - no cogeneratore a olio animale al poggio
Iscriviti a:
Post (Atom)