mercoledì 31 agosto 2011

PRIMA DICHIARAZIONE EUROPEA SULLA SOVRANITA’ ALIMENTARE: UN IMPEGNO PER IL FUTURO.


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Nelle ultime settimane sono stati pubblicati studi sull’aumento di resistenza degli insetti alle colture transgeniche (USA e India) e sulla persistenza nell’aria e nel suolo del RoundUp, il famoso erbicida della Monsanto applicato sugli Ogm, il cui utilizzo è passato negli Usa dalle circa 10 000 t. nel 1992 alle oltre 80 000 t. nel 2007 (sconfessando le promesse mirabolanti di una riduzione dei pesticidi propagandata dai pro-biotech).
Inoltre, sono stati pubblicati da Wikileaks alcuni documenti che rivelano strategie specifiche messe in atto dagli Stati Uniti per permettere la diffusione degli Ogm nel mondo (vedi link di seguito).
Le due notizie sono complementari.
Mentre, infatti, diventa sempre più evidente l’insostenibilità del modello agricolo industriale e biotecnologico, aumentano i tentativi per imporre dall’alto i prodotti alimentari geneticamente modificati.
Per queste ragioni VAS vuole portare all’attenzione pubblica il principio adottato nella Prima Dichiarazione Europea sulla Sovranità Alimentare, enunciato in Austria il 21 agosto 2011: “Tutti i popoli hanno il diritto a definire i propri sistemi agricoli e alimentari, senza danneggiare né le persone, né le preziose risorse naturali.”
In questi giorni, in cui in Italia facciamo i conti con nuovi campi illegali Ogm e nell’attesa della clausola di salvaguardia, vogliamo sottolineare i 5 punti del Piano d’azione di Nyéleni Europa 2011, affinché possano diventare patrimonio comune della società civile e delle istituzioni:
- lavorare per la costruzione di un modello di produzione e consumo del cibo ecologicamente sostenibile e socialmente giusto, basato su un’agricoltura non industriale e di piccola scala, e su sistemi di trasformazione e distribuzione alternativi;
- decentrare il sistema di distribuzione degli alimenti e accorciare la filiera tra produttori e consumatori;
- migliorare le condizioni di lavoro e gli aspetti sociali del lavoro, in particolare nel campo dell'agricoltura e della produzione di cibo;
- democratizzare il processo decisionale sull'uso dei beni comuni (terra, acqua, aria, saperi tradizionali, sementi e bestiame);
- assicurarsi che le politiche pubbliche, a tutti i livelli, garantiscano la vitalità delle aree rurali, prezzi equi per i produttori di cibo e alimenti sicuri e OGM-free per tutti.
Dichiarazione di Simona Capogna,Vicepresidente VAS
Roma, 31 agosto 2011
Il testo della Dichiarazione finale è disponibile sul sito Forum Nyéleni 2011: www.nyelenieurope.net.
Sulla resistenza degli insetti:
Sul RoundUp:
Sui documenti Wikileaks:
Per ulteriori informazioni:
Verdi Ambiente e Società (VAS)
Via Flaminia, 53 – 00196 Roma
Tel. 063608181
Cell. 3291328437

mercoledì 3 agosto 2011

Amianto e perdita di salute: basta saper aspettare Giorgio Diaferia-VAS Torino



L’Asbesto, più comunemente conosciuto come Amianto è stato per decenni utilizzato in vari settori lavorativi ed in particolare come Cemento-Amianto più noto in Italia e non solo come  Eternit nel campo dell’edilizia pubblica e privata. Refrattario al fuoco, di basso costo, ha trovato gli utilizzi più impensati come nei sigari per tenere insieme la cenere o come rivestimento per le tubature degli acquedotti ed ancora come ottimo isolante termico e acustico. Sono più di 3.500 le applicazioni dell’Amianto, impossibile elencarle tutte. Oggi noi sappiamo con certezza che non esiste un numero minimo di fibre del minerale, al di sotto del quale non ci sia un rischio per la nostra salute, ma occorre differenziare il rischio di ammalarsi di Mesotelioma sia nella forma benigna che maligna, da quello di sviluppare l’asbestosi, che riduce la capacità respiratoria in modo molto significativo ed invalidante, ma richiede prolungate esposizioni al minerale. Le singole fibre sono molto resistenti, presentano dimensioni di meno di mezzo millesimo di millimetro di diametro per 2-5 millesimi di millimetro di lunghezza. Elementi così piccoli e leggeri possono penetrare facilmente nell’apparato respiratorio senza poter essere trattenuti dalle ciglia che ricoprono le vie aeree. Di conseguenza si depositano nei bronchi e negli alveoli dei polmoni, per poi migrare verso la pleura, cioè la membrana che riveste esternamente i polmoni, danneggiando i tessuti. . In Italia dal 1992 (legge 257/1992) è proibita l'estrazione, l'importazione e la lavorazione dell'amianto, ma ne restano in circolazione all’incirca oltre 30 milioni di tonnellate, sotto varia forma. Nel maggio 2010 è stato pubblicato il 3° rapporto sull'amianto da parte dell'ISPESL e del Registro Nazionale dei mesoteliomi., che parla di oltre 15.000 morti,solo per il Mesotelioma Pleurico, con un picco previsto per il 2017. Sono ancora molte, troppe le morti causate dall'amianto ed il  Piemonte è al primo posto fra le regioni italiane in quanto a malattie professionali dovute all'amianto (soprattutto nel settore dell'edilizia). Il caso Casale Monferrato (AL) ha fatto purtroppo il giro del Mondo e con esso il processo all’Eternit celebratosi a Torino.Quello che fa più paura dell’Amianto è il suo” tempo di latenza”, ovvero quel periodo di anni che intercorre tra l’inalazione delle fibre e la comparsa delle patologie connesse che ricordo sono asbestosi;mesotelioma;carcinomi polmonari;tumori del tratto gastro-intestinale, della laringe e di altre sedi. Sembrerebbe quindi indispensabile provvedere al più presto all’eliminazione dei depositi noti di Amianto, iniziando dai depositi abusivi a cielo aperto. Ma la bonifica ha dei costi molto gravosi poiché deve essere condotta secondo procedure estremamente  rigorose ed attente che comprendono:coibentazione-confinamento-incapsulamento-sopracopertura-rimozione, smaltimento, operata da Tecnici altamente specializzati, secondo le Direttive della CEE:83/477 e 87/217, allo scopo di tutelare gli Operatori e l’Ambiente. Nonostante questi dati allarmanti, l’estrazione e la lavorazione dell’amianto nel mondo è oggi in crescita pari a 2 milioni di tonnellate. La Russia è il primo produttore seguito da Cina, Kazakhstan, Brasile, Canada, Zimbabwe e Colombia. Ben più dei 52 paesi aderenti all’OMS, che hanno messo al bando questa fibra,  impiegano ed esportano ogni varietà di amianto La maggioranza della popolazione mondiale, nei paesi asiatici, dell’Europa orientale, dell’America Latina e dell’Africa, vive ancora in paesi dove si continua ad usare amianto con scarse misure di protezione. La Cina è in assoluto il paese maggiore consumatore di amianto, seguito da Russia, India, Kazakhstan, Brasile, Indonesia, Tailandia, Vietnam, and Ucraina. Il Crisotilo rappresenta circa il 100% di tutto l’amianto prodotto ed utilizzato oggi a livello mondiale ed il 95% di tutto l’amianto usato a partire dal 1900. La maggioranza delle Agenzie internazionali e nazionali concordano nel giudicare il crisotilo responsabile per l’insorgenza di vari tumori compreso il mesotelioma. E’ soltanto l’industria interessata alla sua commercializzazione e per essa il canadese The Chrysotile Institute che sostiene che il crisotilo, in purezza, lavorato in “maniera controllata”, a differenza delle altre varietà di amianto, gli anfiboli (crocidolite ed amosite), dovrebbe risultare innocuo. A niente è valsa in Canada una grande mobilitazione interna: The Canadian Cancer Society, la Canadian Medical Association e la Canadian Public Health Association si sono opposte fortemente alla sfruttamento delle cave di amianto ed alla sua esportazione nei paesi in via di sviluppo Come se non bastasse infine, sono stati evidenziati diversi  casi di docenti e operatori scolastici che hanno contratto malattie professionali  a causa delle fibre tossiche presenti negli ambienti scolastici. A tal proposito la Regione Piemonte, ipotizzando la presenza di amianto nelle coperture in circa 40 milioni di metri quadrati e ha stanziato nel 2009 3,75 milioni di euro per la bonifica dei siti inquinati, dando priorità agli edifici scolastici