giovedì 23 dicembre 2021

COMUNICATO STAMPA PRESENTAZIONE NUOVO SITO E RIVISTA “NUOVA VERDE AMBIENTE”

 

 

L’associazione Verdi Ambiente e Società dopo oltre trent’anni di vita si rilancia e scommette sul rinnovamento con un nuovo sito e con la rivista bimestrale ‘Nuova Verde Ambiente’.

La novità della rivista non si limita al cambio di nome ma anche al restyling grafico, alla nuova direzione responsabile affidata a Mattia Ciampicacigli, giornalista romano di 35 anni, e alla presenza di nuovi collaboratori.

Una vera e propria “terza vita” per il bimestrale di politica e scienza nato alla fine degli anni ’80 e che oggi come ieri si pone l’obiettivo di rappresentare un utile spazio di approfondimento sui temi cruciali delle sfide ambientali, economiche, culturali e sociali del nostro tempo. Voglio ringraziare Guido Pollice che, con il suo impegno, è riuscito a far vivere questa esperienza editoriale fino ad oggi.

Accanto a diversi soci storici della nostra associazione ospiteremo i contributi di nuove autrici e nuovi autori, tra cui il collettivo di Fridays for Future Italia, l’ex direttore di RAI TRE Marino Sinibaldi, la giornalista Simonetta Cossu, Ognuno di loro con le proprie conoscenze ci offrirà il proprio punto di vista su una fase storica complessa, a partire dalla crisi climatica, dalla pandemia di Sars Cov-2 e dalle crescenti disuguaglianze sociali. Nodi irrisolti e contraddizioni del nostro tempo che ci impongono un radicale e integrale ripensamento del nostro modo di governare i fenomeni sociali, di produrre e consumare.

Il primo numero lo abbiamo dedicato alla storica campagna itinerante di VAS “Mangiasano”, giunta alla propria XVI edizione e dedicata da sempre all’informazione e alla comunicazione sulla sicurezza alimentare e all’agricoltura ecologica.

Il secondo numero è già in stampa e sarà invece dedicato in larga parte ad approfondimenti sulla Cop 26 che si è svolta a Glasgow nel novembre scorso.

Abbiamo deciso di distribuire gratuitamente i primi numeri della rivista tramite i nostri Circoli Territoriali. Inoltre possono essere scaricabili dall’apposita sezione dedicata nel nuovo sito www.verdiambientesocieta.it

Colgo l’occasione per fare gli auguri di buone feste natalizie e che il 2022, oltre a vedere l’uscita dal tunnel della pandemia, porti i Governi a fare scelte coerenti e coraggiose per una transizione ecologica che contrasti realmente la crisi climatica e le conseguenze socali che comporta.

Così in una nota Stefano Zuppello, Presidente di Verdi Ambiente e Società

domenica 19 dicembre 2021

Ex Ilva, Peacelink scrive a Cingolani: “A Taranto picchi di benzene Da PeaceLink

 

Dicembre nero

Mentre Acciaierie d'Italia chiede un'accelerazione dei ritmi produttivi per la cockeria, la situazione dentro l'ILVA di Taranto non va bene. E' un “dicembre nero”. E' stato inviato al ministro della Transizione Ecologica questo rapporto sul trend negativo del benzene.
18 dicembre 2021
Associazione PeaceLink

ILVA di notte

Benzene, il "dicembre nero" del quartiere Tamburi di Taranto







PeaceLink invia al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani un eloquente quadro del peggioramento dell'inquinamento da benzene nell'ILVA di Taranto e, a cascata, nel quartiere Tamburi.

Vi si legge: "La situazione dentro lo stabilimento siderurgico ILVA di Taranto non va bene. Siamo di fronte a un “dicembre nero”. Le inviamo questo breve rapporto che testimonia il trend negativo di dicembre relativo al benzene. Ciò che le inviamo è basato unicamente su evidenze scientifiche e non sarà difficile per lei coglierne il valore".

Nel rapporto di PeaceLink vengono illustrati alcuni grafici basati sui dati delle centraline Arpa e Ispra appositamente elaborati per effettuare dei raffronti statistici.

Questo il giudizio di PeaceLink: "La fotografia è impressionante: in questo dicembre 2021 vengono registrati valori mai rilevati nei mesi di dicembre degli anni precedenti. Come si può agevolmente vedere dall’andamento del grafico, assistiamo infatti ad un aumento del benzene nel quartiere Tamburi quando il benzene aumenta nella cokeria dello stabilimento ILVA. Le ondate di benzene cancerogeno si propagano dallo stabilimento ILVA fino nel quartiere Tamburi e determinano picchi di inquinamento".

Nelle conclusioni del rapporto si legge: "Per le ragioni fin qui illustrate, Signor Ministro, le chiediamo di non concedere ad Acciaierie d’Italia la revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la cokeria, che andrebbe inevitabilmente a peggiorare questa situazione già critica. Una riduzione dei tempi di distillazione del coke aumenterebbe il numero degli sfornamenti della cokeria con conseguente aumento delle emissioni in atmosfera. A Taranto permane una situazione critica per i tumori infantili. L’ultimo studio relativo al periodo 2006-2017 riporta che “il numero di casi osservati è superiore agli attesi nei maschi, come nelle femmine”. Tutti gli studi predittivi (VDS e VIIAS) indicano una pressione ambientale che si traduce in un danno sanitario inaccettabile. I recenti dati dell’anagrafe comunale confermano eccessi costanti di mortalità nei quartieri prossimi alle emissioni industriali. E nel quartiere Tamburi i bambini presentano danni al neurosviluppo che indicano perdite nel quoziente di intelligenza rispetto ai bambini che vivono più lontani dalle fonti industriali. Sono ragioni più che sufficienti non solo per negare la modifica peggiorativa dell’AIA ma per fare a Taranto la scelta che è stata compiuta a Trieste e a Genova: fermare l’area a caldo. Di fronte a dati in peggioramento, come quelli che le abbiamo illustrato, non si possono attendere i prossimi dieci anni. I fondi europei vanno usati per una reale transizione ecologica riassorbendo i lavoratori ILVA. Occorre agire subito".


Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
https://www.teleambiente.it/ex_ilva_peacelink_cingolani_taranto/

sabato 18 dicembre 2021

V.A.S. Natale a Km Zero


 

Con Natale a Km 0 vogliamo raccontare la cena della vigilia e del pranzo di Natale.

La scelta delle ricette è legata alla tradizione di Roma e del suo Melting Pot regionale, certi che ognuno adatta le ricette alle proprie tradizioni. Se vi chiederete dove potete trovare i prodotti per le ricette e per continuare anche dopo ad una spesa a km 0, troverete, grazie alla ricerca svolta dall’ARSIAL e che potete scaricare da questo link https://www.arsial.it/wp-content/uploads/PAT_Biodiver_catalogo_2017.pdf , gli indirizzi dei produttori delle Aziende del Lazio che commercializzano prodotti tipici e tradizionali derivanti da risorse delle biodiversità agraria regionale (l.r. N. 15/2000) – anno 2017. In questa pubblicazione troverete i mercati agricoli di vendita diretta. Nel Melting Pot della regione ognuno ha il suo prodotto tipico tra i 438 prodotti agroalimentari tradizionali, oltre alle 16 DOP (denominazione di origine protetta) e alle 11 IGP (indicazione geografica protetta), 3 STG (specialità tradizionale garantita) oltre ai 36
vini certificati tutti descritti e sintetizzati nella pubblicazione Lazio Patrimonio Agroalimentare, tra biodiversità e tradizione, scaricabile al seguente link: https://www.arsial.it/wp-content/uploads /Guida_Arsial_completo.pdf
Inoltre in questo opuscolo troverete anche una breve descrizione dei prodotti DOP, IGP, STG e dei vini del Lazio.
Nella complessità dell’agricoltura laziale, ci preme ricordare il movimento di lotta per la terra che in particolare su Roma fin dagli anni ‘70 è stato uno dei soggetti per la difesa e il recupero di parti importanti del territorio agricolo. Oggi questo movimento ha costituito un’associazione, “Roma
agricola” (www.romagricola.it), che vuol farsi carico di un impegno sul ruolo dell’agricoltura periurbana su Roma, a questo proposito citiamo il sindaco Argan nel 1978, presso la sede della coop.
Agricoltura Nuova, allora occupata, affermò:
“Il recupero delle risorse agricole nella campagna romana, non è solo un fatto economico ma anche culturale, i problemi della città non possono essere scissi dal vasto territorio che la circonda. L’agricoltura non ha solo un valore di centralità per la ripresa economica del paese, per il risanamento dei nostri debiti, appalesa anche una centralità per porre una barriera alla devastazione del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente, il lavoro dei campi è fonte preziosa dell’occupazione e riscoperta di valori umani produttivi e di cultura.

venerdì 17 dicembre 2021

La Commissione europea propone un nuovo quadro per decarbonizzare i mercati del gas e promuovere l'idrogeno



La Commissione Europea ha proposto un nuovo quadro per decarbonizzare i mercati del gas, promuovere l'idrogeno e ridurre le emissioni di metano.


    La Commissione europea ha adottato una serie di proposte legislative per decarbonizzare il mercato del gas dell'UE facilitando l'adozione di gas rinnovabili ea basse emissioni di carbonio, compreso l'idrogeno, e per garantire la sicurezza energetica a tutti i cittadini europei.

Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, ha dichiarato: "L'Europa deve voltare pagina sui combustibili fossili e passare a fonti di energia più pulite. Ciò include la sostituzione del gas fossile con gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, come l'idrogeno".

"Oggi proponiamo le regole per consentire questa transizione e costruire i mercati, le reti e le infrastrutture necessarie. Per far fronte alle emissioni di metano, proponiamo anche un solido quadro giuridico per tracciare e ridurre meglio questo potente gas serra, aiutandoci a soddisfare i Impegno globale sul metano e affrontare la crisi climatica”.

Le nuove regole faciliteranno l'accesso dei gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio alla rete del gas esistente, eliminando le tariffe per le interconnessioni transfrontaliere e abbassando le tariffe nei punti di immissione. Creano anche un sistema di certificazione per i gas a basse emissioni di carbonio, per completare il lavoro iniziato nella Direttiva sulle energie rinnovabili con la certificazione dei gas rinnovabili.

Ciò garantirà parità di condizioni nella valutazione dell'intera impronta delle emissioni di gas a effetto serra dei diversi gas e consentirà agli Stati membri di confrontarli efficacemente e di considerarli nel loro mix energetico.

Parallelamente, in una prima proposta legislativa dell'UE sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, la Commissione richiederà ai settori petrolifero, del gas e del carbone di misurare, segnalare e verificare le emissioni di metano e propone norme rigorose per rilevare e riparare le perdite di metano e per limitare sfiato e flaring. Presenta inoltre strumenti di monitoraggio globale che garantiscono la trasparenza delle emissioni di metano dalle importazioni di petrolio, gas e carbone nell'UE, il che consentirà alla Commissione di prendere in considerazione ulteriori azioni in futuro.

La proposta stabilirebbe un nuovo quadro giuridico dell'UE per garantire i più elevati standard di misurazione, comunicazione e verifica (MRV) delle emissioni di metano. Le nuove regole richiederebbero alle aziende di misurare e quantificare alla fonte le proprie emissioni di metano a livello di asset e di condurre indagini complete per rilevare e riparare le perdite di metano nelle loro operazioni. 

Queste proposte rappresentano un passo importante nel percorso di decarbonizzazione dell'Europa e contribuiranno a raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e diventare climaticamente neutre entro il 2050.

Il Commissario per l'Energia, Kadri Simson, ha dichiarato: “Con le proposte odierne, stiamo creando le condizioni per la transizione verde nel nostro settore del gas, incentivando l'uso di gas puliti. Un elemento chiave di questa transizione è stabilire un mercato dell'idrogeno competitivo con infrastrutture dedicate. Vogliamo che l'Europa sia all'avanguardia e sia la prima al mondo a dettare le regole del mercato per questa importante fonte di energia e stoccaggio".

"Proponiamo anche regole rigorose sulle emissioni di metano da gas, petrolio e carbone, per ridurre le emissioni in questi settori dell'80% entro il 2030 e per attivare azioni sul metano al di fuori dell'UE. Le nostre proposte rafforzano anche la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e rafforzano la solidarietà tra gli Stati membri, per contrastare gli shock dei prezzi e rendere il nostro sistema energetico più resiliente".

mercoledì 15 dicembre 2021

Dona il tuo 5 per mille per consentire a VAS di riprendere la “Campagna Bastamianto”

 


Architetto Rodolfo Bosi Presidente Circolo VAS Roma

La “Campagna Bastamianto” è stata ufficialmente presentata alla stampa come campagna nazionale nel giugno 1999.

È nata da un lavoro precedente del circolo territoriale VAS di Napoli svolto sulle problematiche ambientali connesse alla bonifica dei siti industriali dismessi dell’area napoletana di Bagnoli.

Nel corso di questa esperienza si è acquistata consapevolezza:

a) della scarsa informazione pubblica intorno al problema amianto;

b) della mancanza pressoché assoluta di una mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale;

c) dello stato zero dello operazioni di bonifica, e della gravità del problema della destinazione finale dell’amianto “rimosso” in conseguenza delle operazioni di bonifica;

d) della violazione sistematica del diritto alla salute sia dei lavoratori che delle popolazioni a rischio di esposizione amianto;

e) della mancanza di strumenti di tutela sul piano giurisdizionale per la difesa dell’ambiente e della salute umana.

La campagna Bastamianto è nata così dall’esigenza di affrontare il problema nella sua dimensione nazionale, e di coordinarsi e confrontarsi con altre realtà associative per raggiungere lo scopo di:

1) informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nocività dell’amianto;

2) verificare e denunciare la mancata applicazione della legislazione vigente;

3) incidere direttamente sul processo formativo della legge, per indirizzare l’evoluzione normativa verso la tutela effettiva dell’ambiente e del diritto alla salute dei lavoratori e dei cittadini.

La campagna Bastamianto è servita a risollevare la soglia di attenzione intorno a una sostanza cancerogena che il mondo scientifico prevede provocherà il maggior numero di morti nei prossimi venti anni, mentre, a livello istituzionale, i VAS sono riusciti a risollevare l’attenzione intorno a una legge dimenticata, la 257/92, (si pensi che soltanto nel febbraio ’99 si è tenuta la prima conferenza nazionale sull’amianto, i cui lavori sono stati peraltro seguiti da delegati dell’associazione), una legge che non soltanto in parte non è mai stata attuata, ma la cui riforma rischia di diventare il classico “rimedio peggiore del male”.

I dieci punti della “Campagna Bastamianto”:

1) realizzazione di una mappatura della presenza di amianto sul territorio attraverso l’approvazione anche da parte delle regioni inadempienti dei piani di decontaminazione e bonifica;

2) approvazione del regolamento attuativo nazionale per la istituzione effettiva del Registro dei Mesioteliomi su tutto il territorio

3) trasparenza sulle operazioni di bonifica dei siti inquinati da amianto anche attraverso l’istituzione di osservatori permanenti;

4) rigoroso controllo sulla “destinazione finale” dell’amianto rimosso in seguito a operazioni di bonifica;

5) riconoscimento dei diritti degli esposti ad amianto senza discriminazioni di categoria, ma sulla base dell’analisi concreta del ciclo lavorativo e senza prescrizioni di “soglia minima di rischio”, né temporali;

6) promozione e finanziamento della ricerca scientifica sui danni alla salute ed all’ambiente derivati dall’esposizione ad amianto o ai suoi sostituti;

7) obbligatorietà dell’indagine epidemiologica sulla intera popolazione nelle aree a rischio amianto;

8) agevolazioni fiscali e contributive atte ad incentivare una rapida e reale fuoriuscita dall’amianto;

9) elevazione del rango di semplice contravvenzione a quella di delitto per le omissioni degli obblighi previsti dalla L. 257/92;

10) finanziamento stabile del piano di fuoriuscita dall’amianto attraverso la istituzione di un apposito e congruo capitolo di spesa nella Legge Finanziaria.

In occasione della “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto” che si è celebrata il 28 aprile 2021, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) ha presentato anche i dati di incidenza del mesotelioma in Italia nel 2020: mesotelioma: 2000 casi, con indice di mortalità del 93% a 5 anni; tumore del polmone da amianto: 4000 casi, riferiti solo all’asbesto. Indice di mortalità a 5 anni dell’88%; asbestosi: 600 casi: indice di mortalità a 5 anni del 25%; altre malattie asbesto correlate: 2000 casi con indice di mortalità a 5 anni del 50%.

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Per consentire a VAS di riprendere la “Campagna Bastamianto” puoi donare il 5×1000 (contributo dello Stato senza spese per il singolo contribuente).

Sul tuo modulo di dichiarazione dei redditi, nello spazio dedicato alla scelta del 5×1000:

  • metti la tua firma nel primo riquadro in alto a sinistra (sostegno volontariato e non profit)
  • inserisci il codice fiscale di VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società):

CF 97078560584

Per chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi basta che il contribuente sottoscriva la dichiarazione nella prima casella in alto a sinistra nel modello CUD.


giovedì 25 novembre 2021

25 novembre: giornata internazionale contro la violenza sulle donne


 


 

 

L'uomo e la donna sono elementi paritetici di un sistema complesso chiamato società. Negli anni tante cose sono state fatte per restituire alla donna il ruolo che merita davvero in questa società. Ci verrebbe da dire che l'uomo ha sempre da imparare dalla natura perché anche rispetto ai ruoli dei diversi individui, la natura ci insegna come esista una reciproca indispensabilità. L'uomo ha imparato solo, invece, la competizione fra generi.

L'uomo ha costruito un modello di società e di pensiero che continuamente nega alla donna la pari dignità e le medesime opportunità. Il mondo continua ad essere violento con le donne, non solo nelle azioni, nelle aggressioni fisiche, ma anche con un sottile stile di imbrigliamento e di controllo giudicante sulle donne.

Allora vanno bene panchine rosse e scarpe ovunque, ma finché il femminile di aggettivi o nomi saranno una "Deminutio capitis" del valore del sesso femminile, la battaglia non sarà sospesa.

Alle radici del nostro pensare si annida la discriminazione, alla base dell'organizzazione della società si manifesta la discriminazione e questi autorizzano e suggeriscono la violenza che poi vediamo tradursi in parole, gesti e atti.

Come Verdi Ambiente e Società ci auguriamo che presto possa esistere una società in cui sarà facile dire NO, perché ci saranno sufficienti centri antiviolenza, di centri di accoglienza e servizi di supporto; perché sarà contemplato un reddito di libertà che aiuti la scelta di andar via; perché ci sarà pena certa per l'aggressore e non più processi alla vittima. In questo noi crediamo e VAS sarà sempre dalla parte delle donne per una quotidiana costruzione di una società che non sia più divisa per generi.

 

Esecutivo Nazionale

Verdi Ambiente e Società

Roma, 26 novembre 2021

venerdì 19 novembre 2021

VERDI AMBIENTE E SOCIETA’ ADERISCE ALL’APPELLO DI “GIUDIZIO UNIVERSALE”

 




COMUNICATO STAMPA

 


PER SOSTENERE LA CAUSA CONTRO LO STATO ITALIANO PER INADEMPIENZA CLIMATICA

 

Dichiarazione del Presidente di VAS Stefano Zuppello

 

“Oggi ho firmato l’appello lanciato da Giudizio Universale per sostenere l’iniziativa legale che numerose associazioni e comitato hanno intentato contro lo Stato Italiano per chiedere al Tribunale civile una sentenza che imponga l’adozione di misure concrete per la                                                     riduzione delle emissioni di gas serra.

Dopo la delusione per come è terminata COP 26, con una risoluzione inadeguata a contrastare la crisi climatica che stiamo vivendo perché non vincola in modo determinante gli Stati a portare avanti azioni concrete per arrivare in tempi stretti alla decarbonizzazione, ci sembra necessario ricorrere anche a gesti eclatanti, come può essere una causa contro lo Stato, per ottenere finalmente un radicale cambiamento nelle politiche climatiche.

Questa azione legale fa parte di una mobilitazione portata avanti in diversi Paesi del mondo denominata “climate litigation” e che vede nel ricorso alla strada legale un altro strumento utile per sensibilizzare governi e cittadini per affrontare i cambiamenti climatici con le conseguenti crisi economiche e sociali.

Invito quindi anche i nostri soci a firmare questo appello e a promuoverlo nei loro territori”

 

Roma, 20 novembre 2021

domenica 14 novembre 2021

PREMIO AICA 2021: ECCO I VINCITORI DELL’OSCAR DELLA COMUNICAZIONE AMBIENTALE


PREMIO AICA 2021: ECCO I VINCITORI DELL’OSCAR DELLA COMUNICAZIONE AMBIENTALE: ènostra, la Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e Gaetano Capizzi sono i vincitori delle tre categorie del Premio AICA...

domenica 7 novembre 2021

Dal G20 indicazioni chiare perché a Glasgow si prendano decisioni efficaci


La crisi climatica
– posta giustamente in cima all’agenda globale – non è un fenomeno a sé ma la manifestazione più clamorosa ed evidente di una crisi ecologica complessiva, che rischia di compromettere gli equilibri biologici che consentono la sopravvivenza stessa dell’umanità.

La crisi sanitaria che ci ha investito a livello altrettanto globale – calamitando in modo quasi esclusivo l’attenzione dei governi e dell’opinione pubblica – è un altro clamoroso esempio delle conseguenze derivanti dalla rottura di quei delicati equilibri. È insomma un’altra dimostrazione di quanto sia urgente agire in tempi brevi ed in modo deciso per rompere il cerchio vizioso di un modello di sviluppo iniquo, energivoro ed ecologicamente insostenibile.

Il nuovo rapporto ”Emission Gap” (il rapporto che registra gli impegni presi dalle nazioni in fatto di tagli alle emissioni di gas serra) del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente (Unep) è chiaro e preoccupante: i tagli alle emissioni di gas serra sono del tutto insufficienti se si vuole tenere l’aumento della temperatura entro 1,5 gradi, anzi, non si riuscirebbe a stare nemmeno sotto i 2 gradi come previsto dal cosiddetto piano B dell’accordo di Parigi.

Il rapporto Unep ci dice anche che con i tagli attuali di CO2 annunciati ad oggi da 120 Paesi che rappresentano circa la metà delle emissioni totali, nel 2100 la temperatura terrestre sarà salita di ben 2,7 gradi.

Per questo motivo Verdi Ambiente e Società lancia un appello affinché nel G 20 che si svolgerà a Roma questo fine settimana ci sia la volontà di dare delle indicazioni chiare perché tra pochi giorni dalla Conferenza sul clima COP26 a Glasgow si riesca a determinare delle precise scelte per contrastare in modo efficace i cambiamenti climatici, con determinazione, senza equivoci né compromessi.

È ormai palese che soluzioni tiepide e pasticciate non garantiranno affatto l’uscita dalla crisi climatica ed il superamento dei rischi ambientali globali derivanti dal mancato controllo dell’aumento della temperatura. VAS ritiene inoltre che l’indispensabile cambiamento nel modello di sviluppo – contrastando la crescita illimitata e riducendo in modo significativo i consumi di risorse naturali – comporterà conseguenze positive anche sul piano della giustizia sociale, della salute pubblica e degli equilibri geostrategici mondiali. V.A.S., pertanto, concorda con le altre organizzazioni ambientaliste nel sollecitare un cambiamento reale non più procrastinabile, per contrastare davvero il degrado del nostro Pianeta e per costruire responsabilmente un futuro di pace e di riconciliazione tra uomo e natura. Il tempo è adesso!

sabato 26 giugno 2021

#LaSalute, cosa aspettarsi dal Covid?

 

Cosa dobbiamo attenderci dal Covid-19?
Questo il tema dell’ultima puntata de #LaSalute, andata in onda venerdì 25 giugno.
A concludere il ciclo di appuntamenti l’ospite Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive presso l’Università di Torino.

Ad un anno e mezzo di distanza dall’inizio della pandemia, gran parte della popolazione risulta vaccinata. Secondo i dati, sono circa 47 milioni gli Italiani che hanno ricevuto la prima dose del vaccino e  16 milioni e mezzo coloro che hanno completato l’intero ciclo. Numeri cui va ad aggiungersi quella parte di popolazione che ha contratto il virus e risulta adesso immunizzata.

Come sottolinea il professor Di Perri, questo costituisce certamente un ostacolo alla diffusione del virus originario, che nel suo mutare ha però sviluppato delle varianti capaci di attaccarsi anche a coloro che sono vaccinati.
E’ questo il caso della variante indiana – anche conosciuta come delta – che risulta ad ora essere la più contagiosa.

Occorre però accelerare con le vaccinazioni. “La capacità del virus di generare varianti è minore tanto più bassa è la quantità di virus circolante” – sostiene Di Perri, e anche lì dove l’infezione viene contratta tra prima e seconda dose, i rischi per la salute risultano minori.

Per quanto riguarda i dati sulla vaccinazione eterologa, calcolati su poco più di 600 pazienti, non sembra esserci differenza di rendimento tra la prima dose effettuata con Astrazeneca e la seconda con i vaccini Pfizer o Moderna.
I casi di trombosi atipiche fino ad ora verificatisi hanno riguardato per lo più donne sotto i 40 anni, fascia che sembra essere il bersaglio preferito di questo effetto collaterale. Ad ogni modo, i dati vanno calcolati su milioni di soggetti vaccinati e bisogna sempre tener presente il rapporto tra rischi, costi e benefici.

Novità sono invece in arrivo sulla possibilità di un richiamo nel prossimo autunno e sulle nuove terapie, che ora si avvalgono degli anticorpi monoclonati entro i primi 5 giorni dal contrarre dell’infezione. In Piemonte, questi sono stati somministrati a ben 349 pazienti.
L’augurio – conclude Di Perri – è che vengano sviluppati anche dei farmaci antivirali, utili per ridurre la quota di soggetti che necessitano di recarsi in ospedale.

Per chi si fosse perso la puntata, ecco il link. Nel frattempo, vi aspettiamo domenica alle ore 12.15 per la replica, sempre su Rete7.

martedì 22 giugno 2021

Ultima puntata de #LaSalute, venerdì alle 20.15


 

Ultima puntata de #LaSalute quella che andrà in onda venerdì 25 giugno.
A concludere questo ciclo di appuntamenti l’ospite Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive presso l’Università di Torino, che ci ha già accompagnato nelle prime puntate di marzo.

Tanti, e soprattutto attuali, i temi che verranno portati sul “tavolo” di discussione.
Se precedentemente abbiamo parlato della variante inglese, questa volta a preoccupare sono altre due tipologie di Covid-19: la variante indiana – anche nota come delta – e quella lambda, originaria del Perù, l’ultima ad essere stata dichiarata “di interesse” dall’Oms.

Riscontrate in gran parte dei paesi del mondo, potrebbero presto interessare anche l’Italia.
E’ perciò necessario comprendere come procede il tracciamento della loro diffusione e, più in generale, dei casi attualmente positivi, così da poter avanzare previsioni sul futuro della pandemia.

Di grande interesse è anche il tema dei viaggi.
Valido dal 1 luglio in tutta l’Unione Europea, il Green Pass – o EU Digital Covid Certificate – permetterà di viaggiare da e per tutti i paesi europei senza l’obbligo di sottoporsi ad ulteriori restrizioni, tranne in casi eccezionali.

Per approfondire questo e tanto altro vi aspettiamo venerdì alle ore 20.15 su Rete7, con replica domenica 27 giugno alle ore 12.15.

domenica 20 giugno 2021

Mangiasano, per un futuro più sostenibile


In occasione dell’Anno Internazionale della frutta e della verdura, il 19 giugno si è tenuta a Cuneo la XVI edizione di Mangiasano, la campagna di informazione e comunicazione sulla sicurezza alimentare e sull’agricoltura ecologica.

L’evento ha visto la partecipazione di esperti ed esponenti dell’imprenditoria agricola come Luca Crosetto e Domenico Massimino, presidente territoriale e di Confartigianato Imprese Cuneo e vicepresidente nazionale, Claudio Piazza e Renato Rolla, presidente e vicepresidente di ANCoS, il dottor Giorgio Diaferia e la dottoressa Maria Caramelli.

Tanti i temi di discussione portati “sul tavolo” dell’incontro, a partire dalla sempre più preoccupante scomparsa di specie ortofrutticole come risultato delle nostre scelte alimentari.
Come ha affermato il dottor Giorgio Diaferia: «E’ importante stimolare un collegamento tra il mondo delle produzioni ortofrutticole e degli allevamenti e il mondo della scienza e della ricerca al fine di trovare un comune denominatore che vada a promuovere corretti stili di vita e una buona alimentazione».

Le produzioni ortofrutticole svolgono infatti una funzione fondamentale non solo per la produzione di cibo ma anche per l’ambiente, il paesaggio, il territorio e soprattutto la biodiversità.
Secondo i relatori, ciò che serve oggi è un nuovo modo di fare ambientalismo attraverso produzioni sostenibili, tracciabili e innovative sotto il profilo green. “Una economia verde” che non guardi solo al profitto ma anche, e soprattutto, all’impatto ambientale che deriva dalla produzione di un dato prodotto.
L’intero ciclo di trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione produce infatti danni non indifferenti, senza parlare dell’inquinamento causato dal trasporto e dal processo di smaltimento.

Altro tema di discussione è stato quello della sicurezza alimentare compromessa da tutte le sostanze tossiche (pesticidi e metalli) contenute nella maggior parte dei cibi che consumiamo. Fragole, spinaci e pomodori sono solo alcuni dei vegetali che più contengono residui di pesticida, senza dimenticare tutti quegli alimenti che vengono prodotti all’estero e che non sono perciò sottoposti ad adeguati controlli di sicurezza.
«Grazie al Covid abbiamo raggiunto una maggiore attenzione all’igiene» sostiene Maria Caramelli, responsabile S.C. neuroscienze dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’avviso è quello di mantenere quest’attenzione anche e soprattutto nel campo della sicurezza alimentare.

Se è vero che per frenare meccanismi ormai quasi inarrestabili servono concrete azioni politiche, ogni singolo ha un enorme potenziale sulla salvaguardia dell’ambiente.
Ridurre la produzione di gas inquinanti, scegliere produzioni diversificate, ricorrere a selvicoltura e agricoltura sono tutte scelte che ci permettono non solo di tutelare la nostra salute, ma anche quella dell’ambiente nella sua complessità.

 

sabato 19 giugno 2021

#LaSalute, le nuove frontiere della fisioterapia


 

Terzo ed ultimo incontro con il dr. Massimiliano Corvasce, specialista in fisioterapia, a #LaSalute questo venerdì su Rete 7.

Tema di cui si è parlato nella puntata andata in onda: le nuove frontiere della fisioterapia.

Una delle ultime novità che sta riscuotendo particolare successo è l’utilizzo, a scopo terapeutico e riabilitativo, dei kinesio taping. Di che cosa si tratta?

I kinesio taping sono cerotti elastici di tessuto (cotone anallergico), la cui applicazione sul paziente deve essere effettuata, perché possano dispiegare la loro corretta efficacia, esclusivamente dalle mani esperte del fisioterapista: bandito il fai da te.

Valido aiuto nella risoluzione di problemi di varia natura ed impiegati soprattutto nell’ambito della medicina dello sport, le ipotesi in cui ne è consigliato il ricorso spaziano dai casi individuati, per esempio, di tendiniti o artrosi, a quelli più generici di dolore imputabile a
contratture o tensioni muscolari. Molto indicati anche per il “sollievo” di lesioni ed ematomi cutanei.

Il principio che ne governa il funzionamento è molto semplice. Applicati direttamente sulla pelle, a seconda della posizione, della direzione e della tensione esercitata, agiscono, attraverso i recettori nervosi dell’epidermide, sui muscoli sottostanti, fornendo a questi ultimi gli stimoli di cui necessitano.

Il risultato? Ora inibiranno un muscolo troppo sovraccaricato ora daranno il giusto impulso ad un muscolo ipotonico; in presenza di un edema, invece, agevoleranno il drenaggio linfatico, favorendone il riassorbimento.

Di diverse taglie, fogge e colori, versatili e “divertenti”, i kinesio taping possono essere utilizzati anche solamente a fine preventivo, per mantenere cioè in posizione corretta le articolazioni, garantendo la sicura protezione di tendini e legamenti.

Grazie a tutte queste prerogative, i cerotti elastici rappresentano uno strumento fisioterapico di grande popolarità. Non certo però l’unico.

Insieme a elettroterapia, laserterapia, fisioestetica, infiltrazioni (articolari e virtuali), riabilitazione (presso il centro fisioterapico o domiciliare) ed onde d’urto (di cui si è diffusamente parlato nelle puntate precedenti sempre in compagnia del dr. Corvasce – qui il link), costituiscono nuovi territori “di conquista” della fisioterapia, contribuendo a renderla sempre più “richiesta”.

lunedì 14 giugno 2021

#LaSalute, valutazione posturale e baropodometrica in fisioterapia

 


Dopo l’interessante chiacchierata sulle onde d’urto della puntata precedente, è ritornato ancora in studio a Rete7 l’ospite Massimiliano Corvasce per parlare a #LaSalute di postura e baropodometria.

Specialista in fisioterapia, con al suo attivo molti anni d’esperienza sia nel pubblico che nel privato, il dr. Corvasce, che collabora con l’Università degli Studi di Torino, ha infatti “guidato” i telespettatori nel campo dei difetti posturali, dell’esame baropodometrico, dei diversi tipi di piedi (normale, piatto, cavo) nonché dei plantari più adatti.

Come si fa ad avere una postura corretta, in piedi e da seduti?
Mediante la valutazione posturale, che consente di individuare con accuratezza il difetto posturale, la sua eziologia e soprattutto gli idonei strumenti correttivi da apportare.

Che sia congenito (come per esempio nei casi di scoliosi) o sopravvenuto, il problema può essere risolto (o perlomeno “contenuto”) solo attraverso l’attento studio delle cause, nell’ottica di rimuoverle alla radice.

Nell’ipotesi citata della scoliosi, il combinato disposto di esercizi fisici mirati, tutore ortopedico ed attività sportiva ad hoc (molto consigliato il nuoto a dorso) porta senz’altro ad un sensibile miglioramento della patologia.

Peraltro, risultati parimenti apprezzabili si ottengono negli altri casi di difetti posturali sopraggiunti, purché alla base ci sia un esame puntuale dell’origine della “deviazione”.

Passando dalla valutazione della colonna vertebrale a quella dei piedi, si è poi approfondito il tema delle varie tipologie di estremità “classificabili” grazie alla pedana baropodometrica, sofisticato strumento di analisi della natura e della struttura plantare, il cui funzionamento in realtà è semplice.

L’esame (che si compone di un momento statico, un momento dinamico ed un momento posturale) ha, nel suo complesso, lo scopo di “fotografare” nel dettaglio l’appoggio plantare per verificarne la correttezza.

Qualora si rilevino anomalie, ecco che si procede alla predisposizione di azioni terapeutiche, ivi inclusa l’ortesi plantare, vale a dire l’ideazione e la realizzazione di plantari rigorosamente “su misura” per risolvere, o comunque alleviare, il problema riscontrato.

È al proposito importante constatare che disturbi molto diffusi, come le lombalgie o le cervicalgie, il cui fattore scatenante viene sovente -ed infruttuosamente- ricercato altrove, sono spesso invece riconducibili ad un appoggio sbagliato dei carichi.

La “soluzione” risiede quindi nel ripristinare il giusto equilibrio proprio mediante l’utilizzo di plantari che lo redistribuiscano.

In attesa della prossima puntata (che, sempre in compagnia del dr. Corvasce, sarà dedicata ad uno sguardo sulle nuove frontiere fisioterapiche), chi desiderasse (ri)vedere la trasmissione di venerdì scorso, può trovarla qui sopra.

martedì 8 giugno 2021

8 GIUGNO, GIORNATA MONDIALE DEGLI OCEANI

 

COMUNICATO STAMPA

GIORNATA MONDIALE DEGLI OCEANI:

I DIRITTI DEL MARE!

Dichiarazione del Presidente di Verdi Ambiente e Società Stefano Zuppello


“La superficie della Terra è ricoperta dal 70% di acqua, mari e oceani, che rappresentano la risorsa più importante per il nostro ecosistema: gli oceani, infatti, sono fondamentali per la nostra vita, sono i “polmoni della Terra” Per anni l’associazione Verdi Ambiente e Società ha portato avanti la campagna nazionale “Diritti al mare, diritti del mare”. Dal 1993 sono state migliaia le telefonate che sono arrivate al nostro telefono verde che denunciavano abusi sulle fasce costiere, il mare ingabbiato dagli stabilimenti, inquinamento delle acque e spiagge lasciate al degrado. Telefonate sempre smistate agli organi competenti con la richiesta di intervento e di reprimere gli abusi. Come noi tante altre associazioni, comitati e cittadini si sono mobilitati negli anni per salvaguardare il patrimonio marino. Nonostante tutto questo, oggi, giornata mondiale degli oceani, dobbiamo constatare purtroppo che la
situazione degli oceani e dei mari è in continuo peggioramento.

Ormai sono tantissime le grandi isole di plastica e microplastiche che galleggiano nelle acque di tutto il Pianeta, pericolosissime per la fauna marina e per l’inquinamento delle coste.

Così come rimane costante il pericolo di incidenti in mare, come da poco è accaduto nelle acque dello Sri-Lanka, che causano danni ambientali incalcolabili.

Ma i nostri Oceani e i nostri mari sono in pericolo anche per i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo in questi anni. Gli ecosistemi marini si trasformano in modo irreversibile causando danni ambientali che portano anche a danni ai settori economici legati alle attività ittiche e turistiche.

I cambiamenti climatici, il riscaldamento delle acque stanno comportando lo scioglimento dei ghiacciai, il conseguente innalzamento dei mari e l’acidificazione delle acque con scomparsa di flora e fauna marina.

Dobbiamo comprendere fino in fondo che Il futuro dell’umanità dipende dalla salute degli oceani visto che ricoprono due terzi del nostro Pianeta e producono l’ossigeno che ci serve per vivere. Quindi o ci saranno da subito fatti concreti per limitare la produzione della plastica, per intervenire drasticamente per la riduzione del riscaldamento globale e per ottenere una attività della pesca sostenibile o la giornata mondiale degli oceani sarà solo una inutile celebrazione”.

Roma, 8 giugno 2021
 

domenica 6 giugno 2021

#LaSalute, l'impiego delle onde d'urto nei protocolli riabilitativi


 

Negli ultimi anni la fisioterapia ha allargato le proprie frontiere, includendo le onde d’urto – anche dette shock waves. E’ questo l’argomento della nuova puntata de #LaSalute, andata in onda venerdì 04 giugno.
A parlarne il fisioterapista Massimiliano Corvasce, ospite di questo appuntamento.

Strumento riabilitativo alquanto recente, le onde d’urto vengono applicate da circa una trentina d’anni e sono ancora in forte evoluzione. Sono infatti nate per l’eliminazione delle calcolosi renali, ma hanno ben presto dimostrato la loro efficacia anche nel caso delle calcolosi ortopediche o delle patologie d’anca di origine muscolo-tendinea.

Si tratta di onde scioccanti, che urtano i tessuti senza però danneggiarli. Dal punto di vista fisico, esse si presentano sotto forme di onde infrasonore che si ripercuotono sulle cellule contenenti residui articolari. Così facendo, causano una forte eccitazione circolare e vanno a stimolare il processo di autoriparazione dei tessuti.

Ma per meglio conoscerle, è bene innanzitutto distinguere tra onda d’urto radiale e onda focale, entrambe di tipo acustico ma che presentano indicazioni ed effetti diversi.
Impiegate per la prima volta negli anni Ottanta nel settore riabilitativo, le onde d’urto focali richiedono – appunto –  la focalizzazione del raggio su un punto specifico.
Le radiali, invece, si “disperdono” all’interno del muscolo e a seconda della loro intensità possono raggiungere anche la membrana che riveste la struttura ossea.

Il loro impiego necessita l’interposizione di un gel che permette al manipolo di scivolare senza attrito sulla cute del paziente, lo stesso gel che viene utilizzato nelle ecografie. Questo, soprattutto nel caso delle onde radiali, che possono muoversi all’interno dello spazio patologico nella sua interezza.

Ma non è tutto. L’evoluzione del trattamento riabilitativo ha portato anche alla “creazione” di progetti misti, che prevedono l’abbinamento di onde sia radiali che focali.
Le stesse aziende che producono questi macchinari si stanno ora specializzando nella fabbricazione di macchinari per l’appunto “misti”, con l’obiettivo di trattare sia il punto focalizzato del problema sia la parte muscolare circostante.
Questa nuova frontiera non deve chiaramente sostituire l’utilizzo di una singola tipologia di onda d’urto, ma costituire un nuovo strumento di cura e riabilitazione cui ricorrere lì dove necessario, come nel caso delle patologie di origine calcifica.

Esistono difatti dei protocolli da seguire a seconda delle diverse patologie. Generalmente, il numero di colpi per ogni distretto da trattare ammonta a circa 2000, ma ogni patologia ha la sua specificità e la sua onda d’urto “preferita”.
Ad esempio, se prendiamo in considerazione il trattamento sulla lombosciatalgia, l’onda d’urto può trovare largo spazio all’interno del protocollo riabilitativo con lo scopo di favorire la decontrazione muscolare. In questo caso, è necessario premere molto per arrivare alla fascia muscolare interessata ed emanare 1000 colpi ogni 15 cm quadrati.

Negli ultimi anni, inoltre, sono molte le ricerche scientifiche che mirano a fornire evidenze sull’impiego delle onde d’urto in contemporanea con le infiltrazioni di acido ialuronico.
In questo tipo di protocolli, è preferibile ricorrere ad una seduta per settimana, dal momento in cui la vibrazione prodotta dall’onda ridonda nei nostri liquidi per 3-5 giorni. Di conseguenza, per avere i risultati sperati bisogna far terminare questo ritorno di onda: ricorrervi a distanza ravvicinata potrebbe infatti produrre una sovraeccitazione circolare, non sempre favorevole alla riparazione del tessuto.

Il protocollo, inoltre, prevede dei numeri minimi di sedute affinché ne derivino benefici. Per le onde focali, si parte da un minimo di 3 sedute; mentre per le radiali è necessario raddoppiare il numero. Come specificato in precedenza, una per ogni settimana.

Ma niente paura. Diversamente da quel che si pensa, le onde d’urto sono assolutamente sopportabili e non dolorose, anche se dipende chiaramente dalla sensibilità del paziente e dal punto d’impatto.
Per esempio, il piede è una delle zone più sensibili del nostro corpo, per cui qui la vibrazione percepita risulterà poco più fastidiosa del solito.

Per approfondire l’argomento, vi invitiamo a recuperare la puntata dal link qui sopra.
Nel frattempo, vi aspettiamo per il prossimo appuntamento sempre con il dottor Corvasce, per parlare ancora di fisioterapia e tecniche riabilitative.

mercoledì 2 giugno 2021

5 Giugno al Parco delle Vallere per la Giornata Mondiale dell'Ambiente


In occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente l'associazione Verdi Ambiente e Società in collaborazione con Ecograffi Web Journal, Torino Viva e FisioMed, organizza per sabato 5 giugno alle ore 10, un dibattito sul tema “Torino Città Metropolitana e Green”. L'incontro vuole essere un'occasione per riflettere sul futuro di Torino, sulle politiche che dovrebbero essere attuate in materia ambientale per rendere la città davvero green ed ecosostenibile. “Una città a misura di cittadino, con una rete di trasporti interni e verso l’esterno efficienti a basso impatto. Aree verdi rese sicure e fruibili come polmone della città e luoghi per fare cultura e ricreazione. Una sanità del territorio potenziata ed attenta agli stili di vita “ha dichiarato Giorgio Diaferia, membro dell'esecutivo nazionale di VAS Onlus APS Parteciperanno al dibattito: Lidia Di Vece, presidente Federazione per l’Economia del Bene Comune in Italia Roberto Saini, presidente Parco del Po Piemontese Simonetta Genesio Presidente VAS Moncalieri Aldo Ravaioli Direttivo Associazione Os21 Salvatore Coluccia Esponente Comitato Scientifico VAS concluderà i lavori Giorgio Diaferia, Dell'esecutivo nazionale di VAS Onlus APS. La Giornata Mondiale dell'Ambiente è stata istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1972 e viene celebrata ogni anno in più di 100 Paesi. L'auspicio è quello di sensibilizzare istituzioni, associazioni e cittadini a compiere piccoli e grandi gesti per la salvaguardia della salute dell’ambiente urbano.

sabato 29 maggio 2021

#LaSalute, guida alla scelta dei busti e dei tutori ortopedici


Puntata tutta dedicata alla tecnica ortopedica quella andata in onda questo venerdì su Rete7 a #LaSalute.

Con l’ospite in studio, il dr. Corrado Iozzelli, specialista -appunto- in tecniche ortopediche, si è infatti parlato di mal di schiena, patologia diffusa ed invalidante che può “colpire” a tutte le età.

Come affrontare il problema? Come trattarlo e, meglio ancora, prevenirlo?

Entra qui in gioco il tecnico ortopedico, con i busti ortopedici ed i tutori ortopedici.

In premessa, occorre subito sottolineare come il termine “busto” sia un termine generale che, nella sua ampiezza contenutistica, racchiude in sé diverse categorie e sotto-categorie specifiche.

Nella scelta della soluzione più adatta è importante evitare il “fai da te”, reperendo sul mercato prodotti già in pronta consegna, poco efficaci o addirittura dannosi; è invece consigliabile che il soggetto interessato, previa prescrizione medica, si affidi al tecnico ortopedico per una realizzazione dell’ausilio rigorosamente “su misura”.

Tornando alla varietà di busti e corsetti, a titolo meramente esemplificativo e non certo esaustivo, la tipologia è lombare, dorso-lombare, rigida, semirigida, con o senza spallacci.

Insomma, tanti sono i difetti posturali e le cause del mal di schiena (dalla più banale alla più seria), quanti i busti che possono venire in aiuto; non solo a scopo curativo, ma anche a scopo preventivo.

Dall’osteoporosi (frequente nei pazienti più avanti con gli anni -soprattutto donne- e per la quale l’indicazione è quella del busto a crociera) alle scoliosi e cifosi (la cui incidenza è piuttosto rilevante nei giovani in età evolutiva cui viene generalmente prescritto il corsetto rigido), il busto rappresenta la soluzione ideale: ricorrendone le condizioni, tra l’altro, a
carico totale o parziale del servizio sanitario nazionale.

Una soluzione che per essere risolutiva – si ribadisce – deve necessariamente essere adattata al caso clinico individuato dallo specialista di riferimento, punto di partenza sulla cui base il tecnico ortopedico si occupa dell’accurata predisposizione dell’ausilio più idoneo allo scopo, senza trascurare dettaglio alcuno.

Con l’obbiettivo dichiarato di fornire un’assistenza qualificata al paziente a 360 gradi, mediante anche l’interazione, qualora ritenuto opportuno, con altri professionisti (fisioterapisti in primo luogo).

Prossimo appuntamento con #LaSalute per il prossimo venerdì h. 20.30 in compagnia del dr. Massimiliano Corvasce per parlare di onde d’urto in riabilitazione.

Nel frattempo, ecco, per chi fosse interessato a (ri)vedere questa puntata, il video.

 

COMUNICATO STAMPA SEMPLIFICAZIONI: NON CI SIAMO! IN QUESTO DECRETO POCO CORAGGIO A TUTELA DELL’AMBIENTE


 


“Oggi il Governo ha dato il via libera al Decreto semplificazioni. Alcune modifiche positive ci sono state e riguardano la cancellazione del massimo ribasso per gli appalti e la mancata liberalizzazione per l’utilizzo dei subappalti. MA NON CI SIAMO!

La centralizzazione di tutti i pareri, con la costituzione di Commissioni e Comitati ad hoc, come per la VIA, e la concomitante abbreviazione dei tempi dell’espressione di questi non è certo rassicurante. Escludere per tutte le decisioni le amministrazioni locali rischia di non tenere conto delle reali situazioni in cui verranno calati i progetti con il possibile rischio di causare danni all’ambiente e alla qualità della vita.

Su economia circolare legata ai rifiuti e sulla bonifica e riconversione dei siti industriali siamo davvero lontani anche da quanto chiede il Parlamento Europeo rispetto all’impatto negativo che queste decisioni avranno sull’ambiente.

Pensare all’utilizzo dei fondi che stanno arrivando dall’Europa per rilanciare l’economia del nostro Paese è sicuramente una necessità irrinunciabile, ma questa deve essere l’occasione per cambiare davvero il sistema ormai insostenibile su cui si sono basate le scelte sulle opere e sull’economia fino ad oggi. Inoltre ricordiamo che i controlli sono essenziali per evitare infiltrazioni mafiose negli appalti e a garantire la sicurezza sul lavoro.

La crisi sociale ed economica che la pandemia ha generato, l’aumento conseguente delle disuguaglianze sociali, sono questioni che possono essere affrontate solo con dei reali cambiamenti degli stili di vita e creando una società più equa e sostenibile.

Chiediamo che ci siano modifiche sostanziali che migliorino questo decreto

 

Stefano Zuppello

Presidente associazione Verdi Ambiente e Società onlus – APS

mercoledì 26 maggio 2021

VAS e ANCoS uniti a Torino contro il Covid Giovedì 27 Maggio P.za Carlo Felice dalle 17

 


Giovedì 27 Maggio dalle ore 17.30 distribuzione gratuita di mascherine protettive anti Covid, targate V.A.S. Circolo di Torino e A.N.C.o.S. Torino.

Per ribadire l’importanza della Prevenzione e dei corretti distanziamenti sociali, ancora , si spera per poche settimane. Ma le mascherine vanno cambiate spesso, ricorda il medico -vaccinatore Giorgio Diaferia, Presidente di VAS Torino e membro dell’esecutivo nazionale , che coordina il comitatto Scientifico nazionale di VAS.

Dalle 18 brevi dichiarazione dei Presidenti Rolla di ANCOS e Diaferia.

Appuntamento in piazza Carlo Felice lato Porta Nuova. Fatti e non parole!

sabato 22 maggio 2021

La salute vien dai piedi

 

La salute vien dai piedi. E’ questo il titolo della nuova puntata de #LaSalute andata in onda venerdì 21 maggio.

Con l’ospite Valter Iozzelli, tecnico ortopedico, abbiamo cercato di capire quali patologie e problematiche possono interessare i nostri piedi, tenendo soprattutto conto dell’appoggio e della nostra postura.
Siamo dunque nel campo della podopostura, quella branchia della posturologia che ha per oggetto di studio la posizione del corpo nello spazio, con particolare attenzione ai piedi.

Esistono attualmente diverse tipologie di esami che permettono di condurre un’analisi qualitativa e quantitativa della maniera in cui appoggiamo al suolo i nostri piedi.
In un esame podoposturale, la persona viene dapprima posizionata in maniera statica su una pedana, per poi passare all’esame dinamico in camminata che, grazie alla ripetibilità del passo, permette di definire quello che è il naturale passo della persona.
Questa tipologia di esame risulta utile anche per un’analisi del baricentro corporeo, ossia l’espressione del nostro piede sul terreno.

Un’altra tecnica prevede l’utilizzo di uno scanner tridimensionale, che riproduce la superfice esatta del piede attraverso la sua ricostruzione al computer, permettendo così allo specialista di constatare quali parti di esso toccano o meno il suolo.

Se questi esami sono fondamentali per qualsiasi tipo di paziente, lo sono ancor più per gli sportivi. In ortopedia esiste infatti il cosiddetto gesto tecnico o sportivo, concetto che va dalla semplice camminata veloce alla corsa e che, in generale, racchiude quelli che sono i gesti tipici di un determinato sport.
Questi gesti, se condotti in maniera ripetitiva ed errata, possono comportare l’insorgere di importanti patologie.

Una volta ottenuta un’analisi complessiva del soggetto, sia in senso qualitativo che quantitativo, si può intervenire sulla postura podalica con dei plantari ortopedici, che hanno il vantaggio di essere realizzati ad personam.
Essi hanno lo scopo di migliorare la postura del paziente e far sì che questi ne tragga beneficio, senza che risulti troppo complicato indossarli. Difatti, anche un’eccessiva sudorazione del piede può costituire un problema per il loro suo, e comporta perciò l’utilizzo di un certo tipo di materiali.

I plantari, nel corso del tempo, hanno subito diverse modifiche ed innovazioni. Nati in ferro, garantivano una correzione coattiva ma zero comfort, motivo per cui sono stati poi sostituiti con materiali plastici. Ma le tipologie più recenti sono quelle in sughero e in materiali termoformabili. Quest’ultima, che utilizziamo ancora oggi, presenta alcuni fattori di schiacciamento che risultano proporzionati al tipo di attività da compiere.

La postura è dunque un elemento importantissimo della nostra salute, spesso influenzata da vari fattori come l’apparato masticatore. Ciò induce gli ortopedici a collaborare con diversi specialisti quali otorino, dentisti, fisiatri e nutrizionisti, ma anche fisioterapisti e osteopati assieme ai quali è possibile lavorare sullo stretching, sulla ginnastica mirata e sul rafforzamento muscolare.

Difatti, l’insorgere di problemi in altre parti del corpo, come la colonna vertebrale, l’anca e il ginocchio, sono influenzati da una podopostura scorretta.
Per meglio spiegarci questo concetto, il dottor Iozzelli ha fatto riferimento all’esempio del sassolino nella scarpa. Questo, in quarto corpo estraneo, non solo risulta doloroso, ma “chiede” al corpo di essere compensato. Di conseguenza, la persona sposta automaticamente il proprio peso sull’arto contro laterale: è questo un chiaro esempio di processo antalgico cui il corpo ricorre per difendersi, modificandosi in base alla zona in cui prova dolore.

Peraltro, il coinvolgimento dell’arto contro laterale ci aiuta a comprendere se il dolore è cronico o, al contrario, solo temporaneo. In caso di dolore cronico, questo si presenta normalmente in fase di stanchezza, per poi diventare sempre avvertibile.

Ma l’importanza del piede e, dunque, della postura, sta anche nel suo essere un importante strumento circolatorio, tanto da essere spesso definito “il nostro secondo cuore”. Il ritorno del sangue al cuore è infatti influenzato dal piede che – con lo svolgere del passo – spinge il sangue verso il polpaccio.
Perciò, patologie come il piede piatto non favoriscono il ritorno venoso ed anzi possono favorire l’insorgere di altre problematiche come quella delle vene varicose.

Tra le altre patologie, le più frequenti la fascite plantare e metatarsalgia, che consiste nell’appoggio eccessivo della parte metatarsica - ossia anteriore - del piede, come avviene soprattutto nelle donne in seguito all’utilizzo dei tacchi.

Se volete recuperare la puntata, potete trovarla in alto.
Nel frattempo, vi aspettiamo con il prossimo appuntamento venerdì 28 maggio. Sempre su Rete7, canale 12 del digitale terrestre.