Il Circolo V.A.S Torino Verde Ambiente e Società cura la pubblicazione di questo blog per informare sulle varie notizie ed iniziative. Collabora con l'Associazione Ecograffi.it V.A.S. opera con l'esclusivo intento del perseguimento di finalità di solidarietà sociale, di tutela e valorizzazione della natura e dell'ambiente e della salute. Per saperne di più o per iscriversi : VAS NAZIONALE cell. 3274010905, donazioni CF 97078560584
il nuovo sito www.verdiambientesocieta.it
L’associazione
Verdi Ambiente e Società dopo oltre trent’anni di vita si rilancia e scommette
sul rinnovamento con un nuovo sito e con la rivista bimestrale ‘Nuova Verde
Ambiente’.
La novità della rivista non
si limita al cambio di nome ma anche al restyling grafico, alla nuova direzione responsabile affidata a Mattia
Ciampicacigli, giornalista romano di 35 anni, e alla presenza di nuovi
collaboratori.
Una vera e propria “terza
vita” per il bimestrale di politica e scienza nato alla fine degli anni ’80 e
che oggi come ieri si pone l’obiettivo di rappresentare un utile spazio di
approfondimento sui temi cruciali delle sfide ambientali, economiche, culturali
e sociali del nostro tempo. Voglio
ringraziare Guido Pollice che, con il suo impegno, è riuscito a far vivere
questa esperienza editoriale fino ad oggi.
Accanto a diversi soci
storici della nostra associazione ospiteremo i contributi di nuove autrici e
nuovi autori, tra cui il collettivo di
Fridays for Future Italia, l’ex direttore di RAI TRE Marino Sinibaldi, la giornalista Simonetta Cossu, Ognuno di loro con le proprie conoscenze ci
offrirà il proprio punto di vista su una fase storica complessa, a partire
dalla crisi climatica, dalla pandemia di Sars Cov-2 e dalle crescenti
disuguaglianze sociali. Nodi irrisolti e contraddizioni del nostro tempo che ci
impongono un radicale e integrale ripensamento del nostro modo di governare i
fenomeni sociali, di produrre e consumare.
Il primo numero lo abbiamo
dedicato alla storica campagna itinerante di VAS “Mangiasano”, giunta alla
propria XVI edizione e dedicata da sempre all’informazione e alla comunicazione
sulla sicurezza alimentare e all’agricoltura ecologica.
Il secondo numero è già in
stampa e sarà invece dedicato in larga parte ad approfondimenti sulla Cop 26
che si è svolta a Glasgow nel novembre scorso.
Abbiamo
deciso di distribuire gratuitamente i primi numeri della rivista tramite i
nostri Circoli Territoriali. Inoltre possono essere scaricabili dall’apposita
sezione dedicata nel nuovo sito www.verdiambientesocieta.it
Colgo l’occasione per fare
gli auguri di buone feste natalizie e che il 2022, oltre a vedere l’uscita dal
tunnel della pandemia, porti i Governi a fare scelte coerenti e coraggiose per
una transizione ecologica che contrasti realmente la crisi climatica e le
conseguenze socali che comporta.
Così
in una nota Stefano Zuppello, Presidente di Verdi Ambiente e Società
Mentre
Acciaierie d'Italia chiede un'accelerazione dei ritmi produttivi per la
cockeria, la situazione dentro l'ILVA di Taranto non va bene. E' un
“dicembre nero”. E' stato inviato al ministro della Transizione
Ecologica questo rapporto sul trend negativo del benzene.
18 dicembre 2021
Associazione PeaceLink
Benzene, il "dicembre nero" del quartiere Tamburi di Taranto
PeaceLink
invia al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani un
eloquente quadro del peggioramento dell'inquinamento da benzene
nell'ILVA di Taranto e, a cascata, nel quartiere Tamburi.
Vi
si legge: "La situazione dentro lo stabilimento siderurgico ILVA di
Taranto non va bene. Siamo di fronte a un “dicembre nero”. Le inviamo
questo breve rapporto che testimonia il trend negativo di dicembre
relativo al benzene. Ciò che le inviamo è basato unicamente su evidenze
scientifiche e non sarà difficile per lei coglierne il valore".
Nel
rapporto di PeaceLink vengono illustrati alcuni grafici basati sui dati
delle centraline Arpa e Ispra appositamente elaborati per effettuare
dei raffronti statistici.
Questo il giudizio di
PeaceLink: "La fotografia è impressionante: in questo dicembre 2021
vengono registrati valori mai rilevati nei mesi di dicembre degli anni
precedenti. Come si può agevolmente vedere dall’andamento del grafico,
assistiamo infatti ad un aumento del benzene nel quartiere Tamburi
quando il benzene aumenta nella cokeria dello stabilimento ILVA. Le
ondate di benzene cancerogeno si propagano dallo stabilimento ILVA fino
nel quartiere Tamburi e determinano picchi di inquinamento".
Nelle
conclusioni del rapporto si legge: "Per le ragioni fin qui illustrate,
Signor Ministro, le chiediamo di non concedere ad Acciaierie d’Italia la
revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la cokeria, che
andrebbe inevitabilmente a peggiorare questa situazione già critica. Una
riduzione dei tempi di distillazione del coke aumenterebbe il numero
degli sfornamenti della cokeria con conseguente aumento delle emissioni
in atmosfera. A Taranto permane una situazione critica per i tumori
infantili. L’ultimo studio relativo al periodo 2006-2017 riporta che “il
numero di casi osservati è superiore agli attesi nei maschi, come nelle
femmine”. Tutti gli studi predittivi (VDS e VIIAS) indicano una
pressione ambientale che si traduce in un danno sanitario inaccettabile.
I recenti dati dell’anagrafe comunale confermano eccessi costanti di
mortalità nei quartieri prossimi alle emissioni industriali. E nel
quartiere Tamburi i bambini presentano danni al neurosviluppo che
indicano perdite nel quoziente di intelligenza rispetto ai bambini che
vivono più lontani dalle fonti industriali. Sono ragioni più che
sufficienti non solo per negare la modifica peggiorativa dell’AIA ma per
fare a Taranto la scelta che è stata compiuta a Trieste e a Genova:
fermare l’area a caldo. Di fronte a dati in peggioramento, come quelli
che le abbiamo illustrato, non si possono attendere i prossimi dieci
anni. I fondi europei vanno usati per una reale transizione ecologica
riassorbendo i lavoratori ILVA. Occorre agire subito".
Con Natale a Km 0 vogliamo raccontare la cena della vigilia e del pranzo di Natale.
La
scelta delle ricette è legata alla tradizione di Roma e del suo Melting
Pot regionale, certi che ognuno adatta le ricette alle proprie
tradizioni. Se vi chiederete dove potete trovare i prodotti per le
ricette e per continuare anche dopo ad una spesa a km 0, troverete,
grazie alla ricerca svolta dall’ARSIAL e che potete scaricare da questo
link
https://www.arsial.it/wp-content/uploads/PAT_Biodiver_catalogo_2017.pdf ,
gli indirizzi dei produttori delle Aziende del Lazio che
commercializzano prodotti tipici e tradizionali derivanti da risorse
delle biodiversità agraria regionale (l.r. N. 15/2000) – anno 2017. In
questa pubblicazione troverete i mercati agricoli di vendita diretta.
Nel Melting Pot della regione ognuno ha il suo prodotto tipico tra i 438
prodotti agroalimentari tradizionali, oltre alle 16 DOP (denominazione
di origine protetta) e alle 11 IGP (indicazione geografica protetta), 3
STG (specialità tradizionale garantita) oltre ai 36 vini certificati
tutti descritti e sintetizzati nella pubblicazione Lazio Patrimonio
Agroalimentare, tra biodiversità e tradizione, scaricabile al seguente
link: https://www.arsial.it/wp-content/uploads
/Guida_Arsial_completo.pdf Inoltre in questo opuscolo troverete anche una breve descrizione dei prodotti DOP, IGP, STG e dei vini del Lazio. Nella
complessità dell’agricoltura laziale, ci preme ricordare il movimento
di lotta per la terra che in particolare su Roma fin dagli anni ‘70 è
stato uno dei soggetti per la difesa e il recupero di parti importanti
del territorio agricolo. Oggi questo movimento ha costituito
un’associazione, “Roma agricola” (www.romagricola.it), che vuol farsi
carico di un impegno sul ruolo dell’agricoltura periurbana su Roma, a
questo proposito citiamo il sindaco Argan nel 1978, presso la sede della
coop. Agricoltura Nuova, allora occupata, affermò: “Il recupero
delle risorse agricole nella campagna romana, non è solo un fatto
economico ma anche culturale, i problemi della città non possono essere
scissi dal vasto territorio che la circonda. L’agricoltura non ha solo
un valore di centralità per la ripresa economica del paese, per il
risanamento dei nostri debiti, appalesa anche una centralità per porre
una barriera alla devastazione del territorio e alla salvaguardia
dell’ambiente, il lavoro dei campi è fonte preziosa dell’occupazione e
riscoperta di valori umani produttivi e di cultura.
La Commissione Europea ha proposto un nuovo quadro per decarbonizzare i mercati del gas, promuovere l'idrogeno e ridurre le emissioni di metano.
La Commissione europea ha adottato una serie di proposte legislative per decarbonizzare il mercato del gas dell'UE facilitando l'adozione di gas rinnovabili ea basse emissioni di carbonio, compreso l'idrogeno, e per garantire la sicurezza energetica a tutti i cittadini europei.
Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, ha dichiarato: "L'Europa deve voltare pagina sui combustibili fossili e passare a fonti di energia più pulite. Ciò include la sostituzione del gas fossile con gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, come l'idrogeno".
"Oggi proponiamo le regole per consentire questa transizione e costruire i mercati, le reti e le infrastrutture necessarie. Per far fronte alle emissioni di metano, proponiamo anche un solido quadro giuridico per tracciare e ridurre meglio questo potente gas serra, aiutandoci a soddisfare i Impegno globale sul metano e affrontare la crisi climatica”.
Le nuove regole faciliteranno l'accesso dei gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio alla rete del gas esistente, eliminando le tariffe per le interconnessioni transfrontaliere e abbassando le tariffe nei punti di immissione. Creano anche un sistema di certificazione per i gas a basse emissioni di carbonio, per completare il lavoro iniziato nella Direttiva sulle energie rinnovabili con la certificazione dei gas rinnovabili.
Ciò garantirà parità di condizioni nella valutazione dell'intera impronta delle emissioni di gas a effetto serra dei diversi gas e consentirà agli Stati membri di confrontarli efficacemente e di considerarli nel loro mix energetico.
Parallelamente, in una prima proposta legislativa dell'UE sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, la Commissione richiederà ai settori petrolifero, del gas e del carbone di misurare, segnalare e verificare le emissioni di metano e propone norme rigorose per rilevare e riparare le perdite di metano e per limitare sfiato e flaring. Presenta inoltre strumenti di monitoraggio globale che garantiscono la trasparenza delle emissioni di metano dalle importazioni di petrolio, gas e carbone nell'UE, il che consentirà alla Commissione di prendere in considerazione ulteriori azioni in futuro.
La proposta stabilirebbe un nuovo quadro giuridico dell'UE per garantire i più elevati standard di misurazione, comunicazione e verifica (MRV) delle emissioni di metano. Le nuove regole richiederebbero alle aziende di misurare e quantificare alla fonte le proprie emissioni di metano a livello di asset e di condurre indagini complete per rilevare e riparare le perdite di metano nelle loro operazioni.
Queste proposte rappresentano un passo importante nel percorso di decarbonizzazione dell'Europa e contribuiranno a raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e diventare climaticamente neutre entro il 2050.
Il Commissario per l'Energia, Kadri Simson, ha dichiarato: “Con le proposte odierne, stiamo creando le condizioni per la transizione verde nel nostro settore del gas, incentivando l'uso di gas puliti. Un elemento chiave di questa transizione è stabilire un mercato dell'idrogeno competitivo con infrastrutture dedicate. Vogliamo che l'Europa sia all'avanguardia e sia la prima al mondo a dettare le regole del mercato per questa importante fonte di energia e stoccaggio".
"Proponiamo anche regole rigorose sulle emissioni di metano da gas, petrolio e carbone, per ridurre le emissioni in questi settori dell'80% entro il 2030 e per attivare azioni sul metano al di fuori dell'UE. Le nostre proposte rafforzano anche la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e rafforzano la solidarietà tra gli Stati membri, per contrastare gli shock dei prezzi e rendere il nostro sistema energetico più resiliente".
Architetto Rodolfo Bosi Presidente Circolo VAS Roma
La “Campagna Bastamianto” è stata ufficialmente presentata alla stampa come campagna nazionale nel giugno 1999.
È nata da un lavoro precedente del circolo territoriale VAS di Napoli
svolto sulle problematiche ambientali connesse alla bonifica dei siti
industriali dismessi dell’area napoletana di Bagnoli.
Nel corso di questa esperienza si è acquistata consapevolezza:
a) della scarsa informazione pubblica intorno al problema amianto;
b) della mancanza pressoché assoluta di una mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale;
c) dello stato zero dello operazioni di bonifica, e della gravità del
problema della destinazione finale dell’amianto “rimosso” in
conseguenza delle operazioni di bonifica;
d) della violazione sistematica del diritto alla salute sia dei
lavoratori che delle popolazioni a rischio di esposizione amianto;
e) della mancanza di strumenti di tutela sul piano giurisdizionale per la difesa dell’ambiente e della salute umana.
La campagna Bastamianto è nata così dall’esigenza di affrontare il
problema nella sua dimensione nazionale, e di coordinarsi e confrontarsi
con altre realtà associative per raggiungere lo scopo di:
1) informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nocività dell’amianto;
2) verificare e denunciare la mancata applicazione della legislazione vigente;
3) incidere direttamente sul processo formativo della legge, per
indirizzare l’evoluzione normativa verso la tutela effettiva
dell’ambiente e del diritto alla salute dei lavoratori e dei cittadini.
La campagna Bastamianto è servita a risollevare la soglia di
attenzione intorno a una sostanza cancerogena che il mondo scientifico
prevede provocherà il maggior numero di morti nei prossimi venti anni,
mentre, a livello istituzionale, i VAS sono riusciti a risollevare
l’attenzione intorno a una legge dimenticata, la 257/92, (si pensi che
soltanto nel febbraio ’99 si è tenuta la prima conferenza nazionale
sull’amianto, i cui lavori sono stati peraltro seguiti da delegati
dell’associazione), una legge che non soltanto in parte non è mai stata
attuata, ma la cui riforma rischia di diventare il classico “rimedio
peggiore del male”.
I dieci punti della “Campagna Bastamianto”:
1) realizzazione di una mappatura della presenza di amianto sul
territorio attraverso l’approvazione anche da parte delle regioni
inadempienti dei piani di decontaminazione e bonifica;
2) approvazione del regolamento attuativo nazionale per la
istituzione effettiva del Registro dei Mesioteliomi su tutto il
territorio
3) trasparenza sulle operazioni di bonifica dei siti inquinati da
amianto anche attraverso l’istituzione di osservatori permanenti;
4) rigoroso controllo sulla “destinazione finale” dell’amianto rimosso in seguito a operazioni di bonifica;
5) riconoscimento dei diritti degli esposti ad amianto senza
discriminazioni di categoria, ma sulla base dell’analisi concreta del
ciclo lavorativo e senza prescrizioni di “soglia minima di rischio”, né
temporali;
6) promozione e finanziamento della ricerca scientifica sui danni
alla salute ed all’ambiente derivati dall’esposizione ad amianto o ai
suoi sostituti;
7) obbligatorietà dell’indagine epidemiologica sulla intera popolazione nelle aree a rischio amianto;
8) agevolazioni fiscali e contributive atte ad incentivare una rapida e reale fuoriuscita dall’amianto;
9) elevazione del rango di semplice contravvenzione a quella di
delitto per le omissioni degli obblighi previsti dalla L. 257/92;
10) finanziamento stabile del piano di fuoriuscita dall’amianto
attraverso la istituzione di un apposito e congruo capitolo di spesa
nella Legge Finanziaria.
In occasione della “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto” che
si è celebrata il 28 aprile 2021, l’Osservatorio Nazionale Amianto
(ONA) ha presentato anche i dati di incidenza del mesotelioma in Italia
nel 2020: mesotelioma: 2000 casi, con indice di mortalità del 93% a 5
anni; tumore del polmone da amianto: 4000 casi, riferiti solo
all’asbesto. Indice di mortalità a 5 anni dell’88%; asbestosi: 600 casi:
indice di mortalità a 5 anni del 25%; altre malattie asbesto correlate:
2000 casi con indice di mortalità a 5 anni del 50%.
*****************************
Per consentire a VAS di riprendere la “Campagna Bastamianto” puoi donare il 5×1000 (contributo dello Stato senza spese per il singolo contribuente).
Sul tuo modulo di dichiarazione dei redditi, nello spazio dedicato alla scelta del 5×1000:
metti la tua firma nel primo riquadro in alto a sinistra (sostegno volontariato e non profit)
inserisci il codice fiscale di VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società):
CF 97078560584
Per chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi
basta che il contribuente sottoscriva la dichiarazione nella prima
casella in alto a sinistra nel modello CUD.
L'uomo e la donna sono
elementi paritetici di un sistema complesso chiamato società. Negli anni tante
cose sono state fatte per restituire alla donna il ruolo che merita davvero in
questa società. Ci verrebbe da dire che l'uomo ha sempre da imparare dalla natura
perché anche rispetto ai ruoli dei diversi individui, la natura ci insegna come
esista una reciproca indispensabilità. L'uomo ha imparato solo, invece, la
competizione fra generi.
L'uomo ha costruito un
modello di società e di pensiero che continuamente nega alla donna la pari
dignità e le medesime opportunità. Il mondo continua ad essere violento con le
donne, non solo nelle azioni, nelle aggressioni fisiche, ma anche con un
sottile stile di imbrigliamento e di controllo giudicante sulle donne.
Allora vanno bene panchine
rosse e scarpe ovunque, ma finché il femminile di aggettivi o nomi saranno una
"Deminutio capitis" del valore del sesso femminile, la battaglia non
sarà sospesa.
Alle radici del nostro
pensare si annida la discriminazione, alla base dell'organizzazione della
società si manifesta la discriminazione e questi autorizzano e suggeriscono la
violenza che poi vediamo tradursi in parole, gesti e atti.
Come Verdi Ambiente e Società
ci auguriamo che presto possa esistere una società in cui sarà facile dire NO,
perché ci saranno sufficienti centri antiviolenza, di centri di accoglienza e
servizi di supporto; perché sarà contemplato un reddito di libertà che aiuti la
scelta di andar via; perché ci sarà pena certa per l'aggressore e non più
processi alla vittima. In questo noi crediamo e VAS sarà sempre dalla parte
delle donne per una quotidiana costruzione di una società che non sia più
divisa per generi.
PER
SOSTENERE LA CAUSA CONTRO LO STATO ITALIANO PER INADEMPIENZA CLIMATICA
Dichiarazione
del Presidente di VAS Stefano Zuppello
“Oggi ho firmato l’appello
lanciato da Giudizio Universale per
sostenere l’iniziativa legale che numerose associazioni e comitato hanno
intentato contro lo Stato Italiano per chiedere al Tribunale civile una sentenza
che imponga l’adozione di misure concrete per lariduzione delle emissioni di gas
serra.
Dopo la delusione per come è
terminata COP 26, con una risoluzione inadeguata a contrastare la crisi
climatica che stiamo vivendo perché non vincola in modo determinante gli Stati
a portare avanti azioni concrete per arrivare in tempi stretti alla
decarbonizzazione, ci sembra necessario ricorrere anche a gesti eclatanti, come
può essere una causa contro lo Stato, per ottenere finalmente un radicale
cambiamento nelle politiche climatiche.
Questa azione legale fa parte di una mobilitazione portata
avanti in diversi Paesi del mondo denominata “climate litigation” e che vede
nel ricorso alla strada legale un altro strumento utile per sensibilizzare
governi e cittadini per affrontare i cambiamenti climatici con le conseguenti
crisi economiche e sociali.
Invito quindi anche i nostri soci a firmare questo appello
e a promuoverlo nei loro territori”
PREMIO AICA 2021: ECCO I VINCITORI DELL’OSCAR DELLA COMUNICAZIONE AMBIENTALE: ènostra, la Federazione Internazionale delle società di Croce Rossa e della Mezzaluna Rossa e Gaetano Capizzi sono i vincitori delle tre categorie del Premio AICA...
La crisi climatica – posta giustamente in cima
all’agenda globale – non è un fenomeno a sé ma la manifestazione più
clamorosa ed evidente di una crisi ecologica complessiva, che rischia di
compromettere gli equilibri biologici che consentono la sopravvivenza
stessa dell’umanità.
La crisi sanitaria che ci ha investito a livello
altrettanto globale – calamitando in modo quasi esclusivo l’attenzione
dei governi e dell’opinione pubblica – è un altro clamoroso esempio
delle conseguenze derivanti dalla rottura di quei delicati equilibri. È
insomma un’altra dimostrazione di quanto sia urgente agire in tempi
brevi ed in modo deciso per rompere il cerchio vizioso di un modello di
sviluppo iniquo, energivoro ed ecologicamente insostenibile.
Il nuovo rapporto ”Emission Gap” (il rapporto che
registra gli impegni presi dalle nazioni in fatto di tagli alle
emissioni di gas serra) del Programma delle Nazioni Unite per l’Ambiente
(Unep) è chiaro e preoccupante: i tagli alle emissioni di gas serra
sono del tutto insufficienti se si vuole tenere l’aumento della
temperatura entro 1,5 gradi, anzi, non si riuscirebbe a stare nemmeno
sotto i 2 gradi come previsto dal cosiddetto piano B dell’accordo di
Parigi.
Il rapporto Unep ci dice anche che con i tagli
attuali di CO2 annunciati ad oggi da 120 Paesi che rappresentano circa
la metà delle emissioni totali, nel 2100 la temperatura terrestre sarà
salita di ben 2,7 gradi.
Per questo motivo Verdi Ambiente e Società lancia un appello
affinché nel G 20 che si svolgerà a Roma questo fine settimana ci sia la
volontà di dare delle indicazioni chiare perché tra pochi giorni dalla
Conferenza sul clima COP26 a Glasgow si riesca a determinare delle
precise scelte per contrastare in modo efficace i cambiamenti climatici,
con determinazione, senza equivoci né compromessi.
È ormai palese che soluzioni tiepide e pasticciate
non garantiranno affatto l’uscita dalla crisi climatica ed il
superamento dei rischi ambientali globali derivanti dal mancato
controllo dell’aumento della temperatura. VAS ritiene inoltre che
l’indispensabile cambiamento nel modello di sviluppo – contrastando la
crescita illimitata e riducendo in modo significativo i consumi di
risorse naturali – comporterà conseguenze positive anche sul piano della
giustizia sociale, della salute pubblica e degli equilibri
geostrategici mondiali. V.A.S., pertanto, concorda con le altre
organizzazioni ambientaliste nel sollecitare un cambiamento reale non
più procrastinabile, per contrastare davvero il degrado del nostro
Pianeta e per costruire responsabilmente un futuro di pace e di
riconciliazione tra uomo e natura. Il tempo è adesso!
Cosa dobbiamo attenderci dal Covid-19? Questo il tema dell’ultima puntata de #LaSalute, andata in onda venerdì 25 giugno. A concludere il ciclo di appuntamenti l’ospite Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive presso l’Università di Torino.
Ad un anno e mezzo di distanza dall’inizio della pandemia, gran parte della popolazione risulta vaccinata. Secondo i dati, sono circa 47 milioni gli Italiani che hanno ricevuto la prima dose del vaccino e 16 milioni e mezzo
coloro che hanno completato l’intero ciclo. Numeri cui va ad
aggiungersi quella parte di popolazione che ha contratto il virus e
risulta adesso immunizzata.
Come sottolinea il professor Di Perri, questo costituisce certamente
un ostacolo alla diffusione del virus originario, che nel suo mutare ha
però sviluppato delle varianti capaci di attaccarsi anche a coloro che
sono vaccinati. E’ questo il caso della variante indiana – anche conosciuta come delta – che risulta ad ora essere la più contagiosa.
Occorre però accelerare con le vaccinazioni. “La capacità del virus di generare varianti è minore tanto più bassa è la quantità di virus circolante” –
sostiene Di Perri, e anche lì dove l’infezione viene contratta tra
prima e seconda dose, i rischi per la salute risultano minori.
Per quanto riguarda i dati sulla vaccinazione eterologa, calcolati su poco più di 600 pazienti, non sembra esserci differenza di rendimento tra la prima dose effettuata con Astrazeneca e la seconda con i vaccini Pfizer o Moderna. I
casi di trombosi atipiche fino ad ora verificatisi hanno riguardato per
lo più donne sotto i 40 anni, fascia che sembra essere il bersaglio
preferito di questo effetto collaterale. Ad ogni modo, i dati vanno
calcolati su milioni di soggetti vaccinati e bisogna sempre tener
presente il rapporto tra rischi, costi e benefici.
Novità sono invece in arrivo sulla possibilità di un richiamo nel prossimo autunno e sulle nuove terapie, che ora si avvalgono degli anticorpi monoclonati entro i primi 5 giorni dal contrarre dell’infezione. In Piemonte, questi sono stati somministrati a ben 349 pazienti. L’augurio – conclude Di Perri – è che vengano sviluppati anche dei farmaci antivirali, utili per ridurre la quota di soggetti che necessitano di recarsi in ospedale.
Per chi si fosse perso la puntata, ecco il link. Nel frattempo, vi
aspettiamo domenica alle ore 12.15 per la replica, sempre su Rete7.
Ultima puntata de #LaSalute quella che andrà in onda venerdì 25 giugno. A concludere questo ciclo di appuntamenti l’ospite Giovanni Di Perri, ordinario di malattie infettive presso l’Università di Torino, che ci ha già accompagnato nelle prime puntate di marzo.
Tanti, e soprattutto attuali, i temi che verranno portati sul “tavolo” di discussione. Se precedentemente abbiamo parlato della variante inglese, questa volta a preoccupare sono altre due tipologie di Covid-19: la variante indiana – anche nota come delta – e quellalambda, originaria del Perù, l’ultima ad essere stata dichiarata “di interesse” dall’Oms.
Riscontrate in gran parte dei paesi del mondo, potrebbero presto interessare anche l’Italia. E’ perciò necessario comprendere come procede il tracciamento della loro diffusione e, più in generale, dei casi attualmente positivi, così da poter avanzare previsioni sul futuro della pandemia.
Di grande interesse è anche il tema dei viaggi. Valido dal 1 luglio in tutta l’Unione Europea, il Green Pass – o EU Digital Covid Certificate
– permetterà di viaggiare da e per tutti i paesi europei senza
l’obbligo di sottoporsi ad ulteriori restrizioni, tranne in casi
eccezionali.
Per approfondire questo e tanto altro vi aspettiamo venerdì alle ore 20.15 su Rete7, con replica domenica 27 giugno alle ore 12.15.
In occasione dell’Anno Internazionale della frutta e della verdura, il 19 giugno si è tenuta a Cuneo la XVI edizione di Mangiasano, la campagna di informazione e comunicazione sulla sicurezza alimentare e sull’agricoltura ecologica.
L’evento ha visto la partecipazione di esperti ed esponenti dell’imprenditoria agricola come Luca Crosetto e Domenico Massimino, presidente territoriale e di Confartigianato Imprese Cuneo e vicepresidente nazionale, Claudio Piazza e Renato Rolla, presidente e vicepresidente di ANCoS, il dottor Giorgio Diaferia e la dottoressa Maria Caramelli.
Tanti i temi di discussione portati “sul tavolo” dell’incontro, a partire dalla sempre più preoccupante scomparsa di specie ortofrutticole come risultato delle nostre scelte alimentari. Come ha affermato il dottor Giorgio Diaferia: «E’
importante stimolare un collegamento tra il mondo delle produzioni
ortofrutticole e degli allevamenti e il mondo della scienza e della
ricerca al fine di trovare un comune denominatore che vada a promuovere
corretti stili di vita e una buona alimentazione».
Le produzioni ortofrutticole svolgono infatti una
funzione fondamentale non solo per la produzione di cibo ma anche per
l’ambiente, il paesaggio, il territorio e soprattutto la biodiversità. Secondo
i relatori, ciò che serve oggi è un nuovo modo di fare ambientalismo
attraverso produzioni sostenibili, tracciabili e innovative sotto il
profilo green. “Una economia verde” che non guardi solo
al profitto ma anche, e soprattutto, all’impatto ambientale che deriva
dalla produzione di un dato prodotto. L’intero ciclo di
trasformazione delle materie prime a partire dalla loro estrazione
produce infatti danni non indifferenti, senza parlare dell’inquinamento
causato dal trasporto e dal processo di smaltimento.
Altro tema di discussione è stato quello della sicurezza alimentare compromessa da tutte le sostanze tossiche
(pesticidi e metalli) contenute nella maggior parte dei cibi che
consumiamo. Fragole, spinaci e pomodori sono solo alcuni dei vegetali
che più contengono residui di pesticida, senza dimenticare tutti quegli
alimenti che vengono prodotti all’estero e che non sono perciò
sottoposti ad adeguati controlli di sicurezza. «Grazie al Covid abbiamo raggiunto una maggiore attenzione all’igiene» sostiene Maria Caramelli, responsabile S.C. neuroscienze dell’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta. L’avviso è quello di mantenere quest’attenzione anche e soprattutto nel campo della sicurezza alimentare.
Se è vero che per frenare meccanismi ormai quasi inarrestabili
servono concrete azioni politiche, ogni singolo ha un enorme potenziale
sulla salvaguardia dell’ambiente. Ridurre la produzione di gas
inquinanti, scegliere produzioni diversificate, ricorrere a selvicoltura
e agricoltura sono tutte scelte che ci permettono non solo di tutelare
la nostra salute, ma anche quella dell’ambiente nella sua complessità.
Terzo ed ultimo incontro con il dr. Massimiliano Corvasce, specialista in fisioterapia, a #LaSalute questo venerdì su Rete 7.
Tema di cui si è parlato nella puntata andata in onda: le nuove frontiere della fisioterapia.
Una delle ultime novità che sta riscuotendo particolare successo è l’utilizzo, a scopo terapeutico e riabilitativo, dei kinesio taping. Di che cosa si tratta?
I kinesio taping sono cerotti elastici di tessuto
(cotone anallergico), la cui applicazione sul paziente deve essere
effettuata, perché possano dispiegare la loro corretta efficacia,
esclusivamente dalle mani esperte del fisioterapista: bandito il fai da
te.
Valido aiuto nella risoluzione di problemi di varia natura ed
impiegati soprattutto nell’ambito della medicina dello sport, le ipotesi
in cui ne è consigliato il ricorso spaziano dai casi individuati, per
esempio, di tendiniti o artrosi, a quelli più generici di dolore
imputabile a contratture o tensioni muscolari. Molto indicati anche per il “sollievo” di lesioni ed ematomi cutanei.
Il principio che ne governa il funzionamento è molto semplice.
Applicati direttamente sulla pelle, a seconda della posizione, della
direzione e della tensione esercitata, agiscono, attraverso i recettori
nervosi dell’epidermide, sui muscoli sottostanti, fornendo a questi ultimi gli stimoli di cui necessitano.
Il risultato? Ora inibiranno un muscolo troppo sovraccaricato ora daranno il giusto impulso ad un muscolo ipotonico; in presenza di un edema, invece, agevoleranno il drenaggio linfatico, favorendone il riassorbimento.
Di diverse taglie, fogge e colori, versatili e “divertenti”, i kinesio taping possono essere utilizzati anche solamente a fine preventivo, per mantenere cioè in posizione corretta le articolazioni, garantendo la sicura protezione di tendini e legamenti.
Grazie a tutte queste prerogative, i cerotti elastici rappresentano
uno strumento fisioterapico di grande popolarità. Non certo però
l’unico.
Insieme a elettroterapia, laserterapia, fisioestetica, infiltrazioni
(articolari e virtuali), riabilitazione (presso il centro fisioterapico o
domiciliare) ed onde d’urto (di cui si è diffusamente parlato nelle
puntate precedenti sempre in compagnia del dr. Corvasce – qui il link), costituiscono nuovi territori “di conquista” della fisioterapia, contribuendo a renderla sempre più “richiesta”.
Dopo l’interessante chiacchierata sulle onde d’urto della puntata precedente, è ritornato ancora in studio a Rete7 l’ospite Massimiliano Corvasce per parlare a #LaSalute di postura e baropodometria.
Specialista in fisioterapia, con al suo attivo molti anni
d’esperienza sia nel pubblico che nel privato, il dr. Corvasce, che
collabora con l’Università degli Studi di Torino, ha infatti “guidato” i
telespettatori nel campo dei difetti posturali, dell’esame baropodometrico, dei diversi tipi di piedi (normale, piatto, cavo) nonché dei plantari più adatti.
Come si fa ad avere una postura corretta, in piedi e da seduti? Mediante la valutazione posturale,
che consente di individuare con accuratezza il difetto posturale, la
sua eziologia e soprattutto gli idonei strumenti correttivi da
apportare.
Che sia congenito (come per esempio nei casi di scoliosi) o
sopravvenuto, il problema può essere risolto (o perlomeno “contenuto”)
solo attraverso l’attento studio delle cause, nell’ottica di rimuoverle
alla radice.
Nell’ipotesi citata della scoliosi, il combinato
disposto di esercizi fisici mirati, tutore ortopedico ed attività
sportiva ad hoc (molto consigliato il nuoto a dorso) porta senz’altro ad
un sensibile miglioramento della patologia.
Peraltro, risultati parimenti apprezzabili si ottengono negli altri
casi di difetti posturali sopraggiunti, purché alla base ci sia un esame
puntuale dell’origine della “deviazione”.
Passando dalla valutazione della colonna vertebrale a quella dei piedi, si è poi approfondito il tema delle varie tipologie di estremità “classificabili” grazie alla pedana baropodometrica, sofisticato strumento di analisi della natura e della struttura plantare, il cui funzionamento in realtà è semplice.
L’esame (che si compone di un momento statico, un momento dinamico ed
un momento posturale) ha, nel suo complesso, lo scopo di “fotografare”
nel dettaglio l’appoggio plantare per verificarne la correttezza.
Qualora si rilevino anomalie, ecco che si procede alla predisposizione di azioni terapeutiche, ivi inclusa l’ortesi plantare, vale a dire l’ideazione e la realizzazione di plantari rigorosamente “su misura” per risolvere, o comunque alleviare, il problema riscontrato.
È al proposito importante constatare che disturbi molto diffusi, come
le lombalgie o le cervicalgie, il cui fattore scatenante viene sovente
-ed infruttuosamente- ricercato altrove, sono spesso invece
riconducibili ad un appoggio sbagliato dei carichi.
La “soluzione” risiede quindi nel ripristinare il giusto equilibrio proprio mediante l’utilizzo di plantari che lo redistribuiscano.
In attesa della prossima puntata (che, sempre in compagnia del dr.
Corvasce, sarà dedicata ad uno sguardo sulle nuove frontiere
fisioterapiche), chi desiderasse (ri)vedere la trasmissione di venerdì scorso, può trovarla qui sopra.
Dichiarazione del Presidente di Verdi Ambiente e Società Stefano Zuppello
“La superficie della Terra è ricoperta dal 70% di acqua, mari e oceani, che rappresentano la risorsa più importante per il nostro ecosistema: gli oceani, infatti, sono fondamentali per la nostra vita, sono i “polmoni della Terra” Per anni l’associazione Verdi Ambiente e Società ha portato avanti la campagna nazionale “Diritti al mare, diritti del mare”. Dal 1993 sono state migliaia le telefonate che sono arrivate al nostro telefono verde che denunciavano abusi sulle fasce costiere, il mare ingabbiato dagli stabilimenti, inquinamento delle acque e spiagge lasciate al degrado. Telefonate sempre smistate agli organi competenti con la richiesta di intervento e di reprimere gli abusi. Come noi tante altre associazioni, comitati e cittadini si sono mobilitati negli anni per salvaguardare il patrimonio marino. Nonostante tutto questo, oggi, giornata mondiale degli oceani, dobbiamo constatare purtroppo che la situazione degli oceani e dei mari è in continuo peggioramento.
Ormai sono tantissime le grandi isole di plastica e microplastiche che galleggiano nelle acque di tutto il Pianeta, pericolosissime per la fauna marina e per l’inquinamento delle coste.
Così come rimane costante il pericolo di incidenti in mare, come da poco è accaduto nelle acque dello Sri-Lanka, che causano danni ambientali incalcolabili.
Ma i nostri Oceani e i nostri mari sono in pericolo anche per i cambiamenti climatici a cui stiamo assistendo in questi anni. Gli ecosistemi marini si trasformano in modo irreversibile causando danni ambientali che portano anche a danni ai settori economici legati alle attività ittiche e turistiche.
I cambiamenti climatici, il riscaldamento delle acque stanno comportando lo scioglimento dei ghiacciai, il conseguente innalzamento dei mari e l’acidificazione delle acque con scomparsa di flora e fauna marina.
Dobbiamo comprendere fino in fondo che Il futuro dell’umanità dipende dalla salute degli oceani visto che ricoprono due terzi del nostro Pianeta e producono l’ossigeno che ci serve per vivere. Quindi o ci saranno da subito fatti concreti per limitare la produzione della plastica, per intervenire drasticamente per la riduzione del riscaldamento globale e per ottenere una attività della pesca sostenibile o la giornata mondiale degli oceani sarà solo una inutile celebrazione”.
Negli ultimi anni la fisioterapia ha allargato le proprie frontiere, includendo le onde d’urto – anche dette shock waves. E’ questo l’argomento della nuova puntata de #LaSalute, andata in onda venerdì 04 giugno. A parlarne il fisioterapista Massimiliano Corvasce, ospite di questo appuntamento.
Strumento riabilitativo alquanto recente, le onde d’urto vengono
applicate da circa una trentina d’anni e sono ancora in forte
evoluzione. Sono infatti nate per l’eliminazione delle calcolosi renali,
ma hanno ben presto dimostrato la loro efficacia anche nel caso delle calcolosi ortopediche o delle patologie d’anca di origine muscolo-tendinea.
Si tratta di onde scioccanti, che urtano i tessuti senza però danneggiarli. Dal punto di vista fisico, esse si presentano sotto forme di onde infrasonore
che si ripercuotono sulle cellule contenenti residui articolari. Così
facendo, causano una forte eccitazione circolare e vanno a stimolare il processo di autoriparazione dei tessuti.
Ma per meglio conoscerle, è bene innanzitutto distinguere tra onda
d’urto radiale e onda focale, entrambe di tipo acustico ma che
presentano indicazioni ed effetti diversi. Impiegate per la prima volta negli anni Ottanta nel settore riabilitativo, le onde d’urto focali richiedono – appunto – la focalizzazione del raggio su un punto specifico. Le radiali,
invece, si “disperdono” all’interno del muscolo e a seconda della loro
intensità possono raggiungere anche la membrana che riveste la struttura
ossea.
Il loro impiego necessita l’interposizione di un gel che
permette al manipolo di scivolare senza attrito sulla cute del
paziente, lo stesso gel che viene utilizzato nelle ecografie. Questo,
soprattutto nel caso delle onde radiali, che possono muoversi
all’interno dello spazio patologico nella sua interezza.
Ma non è tutto. L’evoluzione del trattamento riabilitativo ha portato anche alla “creazione” di progetti misti, che prevedono l’abbinamento di onde sia radiali che focali. Le
stesse aziende che producono questi macchinari si stanno ora
specializzando nella fabbricazione di macchinari per l’appunto “misti”,
con l’obiettivo di trattare sia il punto focalizzato del problema sia la
parte muscolare circostante. Questa nuova frontiera
non deve chiaramente sostituire l’utilizzo di una singola tipologia di
onda d’urto, ma costituire un nuovo strumento di cura e riabilitazione
cui ricorrere lì dove necessario, come nel caso delle patologie di
origine calcifica.
Esistono difatti dei protocolli da seguire a seconda
delle diverse patologie. Generalmente, il numero di colpi per ogni
distretto da trattare ammonta a circa 2000, ma ogni patologia ha la sua
specificità e la sua onda d’urto “preferita”. Ad esempio, se prendiamo in considerazione il trattamento sulla lombosciatalgia, l’onda d’urto può trovare largo spazio all’interno del protocollo riabilitativo con lo scopo di favorire la decontrazione muscolare.
In questo caso, è necessario premere molto per arrivare alla fascia
muscolare interessata ed emanare 1000 colpi ogni 15 cm quadrati.
Negli ultimi anni, inoltre, sono molte le ricerche scientifiche che mirano a fornire evidenze sull’impiego delle onde d’urto in contemporanea con le infiltrazioni di acido ialuronico. In
questo tipo di protocolli, è preferibile ricorrere ad una seduta per
settimana, dal momento in cui la vibrazione prodotta dall’onda ridonda
nei nostri liquidi per 3-5 giorni. Di conseguenza, per avere i risultati
sperati bisogna far terminare questo ritorno di onda: ricorrervi a
distanza ravvicinata potrebbe infatti produrre una sovraeccitazione
circolare, non sempre favorevole alla riparazione del tessuto.
Il protocollo, inoltre, prevede dei numeri minimi di sedute affinché
ne derivino benefici. Per le onde focali, si parte da un minimo di 3
sedute; mentre per le radiali è necessario raddoppiare il numero. Come
specificato in precedenza, una per ogni settimana.
Ma niente paura. Diversamente da quel che si pensa, le onde d’urto
sono assolutamente sopportabili e non dolorose, anche se dipende
chiaramente dalla sensibilità del paziente e dal punto d’impatto. Per
esempio, il piede è una delle zone più sensibili del nostro corpo, per
cui qui la vibrazione percepita risulterà poco più fastidiosa del
solito.
Per approfondire l’argomento, vi invitiamo a recuperare la puntata dal link qui sopra. Nel
frattempo, vi aspettiamo per il prossimo appuntamento sempre con il
dottor Corvasce, per parlare ancora di fisioterapia e tecniche
riabilitative.
In occasione della Giornata Mondiale dell'Ambiente l'associazione Verdi Ambiente e Società in collaborazione con Ecograffi Web Journal, Torino Viva e FisioMed, organizza per sabato 5 giugno alle ore 10, un dibattito sul tema “Torino Città Metropolitana e Green”. L'incontro vuole essere un'occasione per riflettere sul futuro di Torino, sulle politiche che dovrebbero essere attuate in materia ambientale per rendere la città davvero green ed ecosostenibile. “Una città a misura di cittadino, con una rete di trasporti interni e verso l’esterno efficienti a basso impatto. Aree verdi rese sicure e fruibili come polmone della città e luoghi per fare cultura e ricreazione. Una sanità del territorio potenziata ed attenta agli stili di vita “ha dichiarato Giorgio Diaferia, membro dell'esecutivo nazionale di VAS Onlus APS Parteciperanno al dibattito: Lidia Di Vece, presidente Federazione per l’Economia del Bene Comune in Italia Roberto Saini, presidente Parco del Po Piemontese Simonetta Genesio Presidente VAS Moncalieri Aldo Ravaioli Direttivo Associazione Os21 Salvatore Coluccia Esponente Comitato Scientifico VAS concluderà i lavori Giorgio Diaferia, Dell'esecutivo nazionale di VAS Onlus APS. La Giornata Mondiale dell'Ambiente è stata istituita dall'Assemblea Generale delle Nazioni Unite nel 1972 e viene celebrata ogni anno in più di 100 Paesi. L'auspicio è quello di sensibilizzare istituzioni, associazioni e cittadini a compiere piccoli e grandi gesti per la salvaguardia della salute dell’ambiente urbano.
Puntata tutta dedicata alla tecnica ortopedica quella andata in onda questo venerdì su Rete7 a #LaSalute.
Con l’ospite in studio, il dr. Corrado Iozzelli, specialista -appunto- in tecniche ortopediche, si è infatti parlato di mal di schiena, patologia diffusa ed invalidante che può “colpire” a tutte le età.
Come affrontare il problema? Come trattarlo e, meglio ancora, prevenirlo?
Entra qui in gioco il tecnico ortopedico, con i busti ortopedici ed i tutori ortopedici.
In premessa, occorre subito sottolineare come il termine “busto”
sia un termine generale che, nella sua ampiezza contenutistica,
racchiude in sé diverse categorie e sotto-categorie specifiche.
Nella scelta della soluzione più adatta è importante evitare il “fai da te”,
reperendo sul mercato prodotti già in pronta consegna, poco efficaci o
addirittura dannosi; è invece consigliabile che il soggetto interessato,
previa prescrizione medica, si affidi al tecnico ortopedico per una
realizzazione dell’ausilio rigorosamente “su misura”.
Tornando alla varietà di busti e corsetti, a titolo meramente esemplificativo e non certo esaustivo, la tipologia è lombare, dorso-lombare, rigida, semi–rigida, con o senza spallacci.
Insomma, tanti sono i difetti posturali e le cause del mal di schiena
(dalla più banale alla più seria), quanti i busti che possono venire in
aiuto; non solo a scopo curativo, ma anche a scopo preventivo.
Dall’osteoporosi (frequente nei pazienti più avanti
con gli anni -soprattutto donne- e per la quale l’indicazione è quella
del busto a crociera) alle scoliosi e cifosi (la
cui incidenza è piuttosto rilevante nei giovani in età evolutiva cui
viene generalmente prescritto il corsetto rigido), il busto rappresenta
la soluzione ideale: ricorrendone le condizioni, tra l’altro, a carico totale o parziale del servizio sanitario nazionale.
Una soluzione che per essere risolutiva – si ribadisce – deve
necessariamente essere adattata al caso clinico individuato dallo
specialista di riferimento, punto di partenza sulla cui base il tecnico
ortopedico si occupa dell’accurata predisposizione dell’ausilio più
idoneo allo scopo, senza trascurare dettaglio alcuno.
Con l’obbiettivo dichiarato di fornire un’assistenza qualificata al
paziente a 360 gradi, mediante anche l’interazione, qualora ritenuto
opportuno, con altri professionisti (fisioterapisti in primo luogo).
Prossimo appuntamento con #LaSalute per il prossimo venerdì h. 20.30 in compagnia del dr. Massimiliano Corvasce per parlare di onde d’urto in riabilitazione.
Nel frattempo, ecco, per chi fosse interessato a (ri)vedere questa puntata, il video.
“Oggi il Governo ha dato il via libera al Decreto semplificazioni. Alcune modifiche positive ci sono state e riguardano la cancellazione del massimo ribasso per gli appalti e la mancata liberalizzazione per l’utilizzo dei subappalti. MA NON CI SIAMO!
La centralizzazione di tutti i pareri, con la costituzione di Commissioni e Comitati ad hoc, come per la VIA, e la concomitante abbreviazione dei tempi dell’espressione di questi non è certo rassicurante. Escludere per tutte le decisioni le amministrazioni locali rischia di non tenere conto delle reali situazioni in cui verranno calati i progetti con il possibile rischio di causare danni all’ambiente e alla qualità della vita.
Su economia circolare legata ai rifiuti e sulla bonifica e riconversione dei siti industriali siamo davvero lontani anche da quanto chiede il Parlamento Europeo rispetto all’impatto negativo che queste decisioni avranno sull’ambiente.
Pensare all’utilizzo dei fondi che stanno arrivando dall’Europa per rilanciare l’economia del nostro Paese è sicuramente una necessità irrinunciabile, ma questa deve essere l’occasione per cambiare davvero il sistema ormai insostenibile su cui si sono basate le scelte sulle opere e sull’economia fino ad oggi. Inoltre ricordiamo che i controlli sono essenziali per evitare infiltrazioni mafiose negli appalti e a garantire la sicurezza sul lavoro.
La crisi sociale ed economica che la pandemia ha generato, l’aumento conseguente delle disuguaglianze sociali, sono questioni che possono essere affrontate solo con dei reali cambiamenti degli stili di vita e creando una società più equa e sostenibile.
Chiediamo che ci siano modifiche sostanziali che migliorino questo decreto”
Stefano Zuppello
Presidente associazione Verdi Ambiente e Società onlus – APS
Giovedì 27 Maggio dalle ore 17.30 distribuzione gratuita di
mascherine protettive anti Covid, targate V.A.S. Circolo di Torino e
A.N.C.o.S. Torino.
Per ribadire l’importanza della Prevenzione e dei corretti
distanziamenti sociali, ancora , si spera per poche settimane. Ma le
mascherine vanno cambiate spesso, ricorda il medico -vaccinatore Giorgio Diaferia, Presidente di VAS Torino e membro dell’esecutivo nazionale , che coordina il comitatto Scientifico nazionale di VAS.
Dalle 18 brevi dichiarazione dei Presidenti Rolla di ANCOS e Diaferia.
Appuntamento in piazza Carlo Felice lato Porta Nuova. Fatti e non parole!
La salute vien dai piedi. E’ questo il titolo della nuova
puntata de #LaSalute andata in onda venerdì 21 maggio.
Con l’ospite Valter
Iozzelli, tecnico ortopedico, abbiamo cercato di capire quali patologie e
problematiche possono interessare i nostri piedi, tenendo soprattutto conto
dell’appoggio e della nostra postura.
Siamo dunque nel campo della podopostura,
quella branchia della posturologia che ha per oggetto di studio la posizione
del corpo nello spazio, con particolare attenzione ai piedi.
Esistono attualmente diverse tipologie di esami che
permettono di condurre un’analisi qualitativa e quantitativa della maniera in
cui appoggiamo al suolo i nostri piedi.
In un esame podoposturale, la
persona viene dapprima posizionata in maniera statica su una pedana, per poi
passare all’esame dinamico in camminata che, grazie alla ripetibilità del passo,
permette di definire quello che è il naturale passo della persona.
Questa tipologia di esame risulta utile anche per un’analisi del baricentro corporeo, ossia l’espressione
del nostro piede sul terreno.
Un’altra tecnica prevede l’utilizzo di uno scanner tridimensionale, che riproduce
la superfice esatta del piede attraverso la sua ricostruzione al computer,
permettendo così allo specialista di constatare quali parti di esso toccano o
meno il suolo.
Se questi esami sono fondamentali per qualsiasi tipo di
paziente, lo sono ancor più per gli sportivi. In ortopedia esiste infatti il
cosiddetto gesto tecnico o sportivo,
concetto che va dalla semplice camminata veloce alla corsa e che, in generale,
racchiude quelli che sono i gesti tipici di un determinato sport.
Questi gesti, se condotti in maniera ripetitiva ed errata, possono comportare l’insorgere
di importanti patologie.
Una volta ottenuta un’analisi complessiva del soggetto, sia
in senso qualitativo che quantitativo, si può intervenire sulla postura
podalica con dei plantari ortopedici,
che hanno il vantaggio di essere realizzati ad
personam.
Essi hanno lo scopo di migliorare la postura del paziente e far sì che questi ne
tragga beneficio, senza che risulti troppo complicato indossarli. Difatti,
anche un’eccessiva sudorazione del piede può costituire un problema per il loro
suo, e comporta perciò l’utilizzo di un certo tipo di materiali.
I plantari, nel corso del tempo, hanno subito diverse
modifiche ed innovazioni. Nati in ferro,
garantivano una correzione coattiva ma zero comfort, motivo per cui sono stati poi
sostituiti con materiali plastici. Ma
le tipologie più recenti sono quelle in sughero
e in materiali termoformabili. Quest’ultima,
che utilizziamo ancora oggi, presenta alcuni fattori di schiacciamento che
risultano proporzionati al tipo di attività da compiere.
La postura è dunque un elemento importantissimo della nostra
salute, spesso influenzata da vari fattori come l’apparato masticatore. Ciò
induce gli ortopedici a collaborare con
diversi specialisti quali otorino, dentisti, fisiatri e nutrizionisti, ma
anche fisioterapisti e osteopati assieme ai quali è possibile lavorare sullo
stretching, sulla ginnastica mirata e sul rafforzamento muscolare.
Difatti, l’insorgere di problemi in altre parti del corpo,
come la colonna vertebrale, l’anca e il ginocchio, sono influenzati da una podopostura scorretta.
Per meglio spiegarci questo concetto, il dottor Iozzelli ha fatto riferimento
all’esempio del sassolino nella scarpa.
Questo, in quarto corpo estraneo, non solo risulta doloroso, ma “chiede” al
corpo di essere compensato. Di conseguenza, la persona sposta automaticamente il
proprio peso sull’arto contro laterale: è questo un chiaro esempio di processo antalgico cui il corpo ricorre
per difendersi, modificandosi in base alla zona in cui prova dolore.
Peraltro, il coinvolgimento dell’arto contro laterale ci
aiuta a comprendere se il dolore è cronico o, al contrario, solo temporaneo. In
caso di dolore cronico, questo si presenta normalmente in fase di stanchezza,
per poi diventare sempre avvertibile.
Ma l’importanza del piede e, dunque, della postura, sta
anche nel suo essere un importante strumento
circolatorio, tanto da essere spesso definito “il nostro secondo cuore”. Il ritorno del sangue al cuore è infatti influenzato
dal piede che – con lo svolgere del passo – spinge il sangue verso il
polpaccio.
Perciò, patologie come il piede piatto non favoriscono il ritorno venoso ed anzi
possono favorire l’insorgere di altre problematiche come quella delle vene
varicose.
Tra le altre patologie, le più frequenti la fascite plantare e metatarsalgia, che consiste nell’appoggio eccessivo della parte
metatarsica - ossia anteriore - del piede, come avviene soprattutto nelle donne
in seguito all’utilizzo dei tacchi.
Se volete recuperare la puntata, potete trovarla in alto.
Nel frattempo, vi aspettiamo con il prossimo appuntamento venerdì 28 maggio.
Sempre su Rete7, canale 12 del digitale terrestre.