giovedì 23 dicembre 2021

COMUNICATO STAMPA PRESENTAZIONE NUOVO SITO E RIVISTA “NUOVA VERDE AMBIENTE”

 

 

L’associazione Verdi Ambiente e Società dopo oltre trent’anni di vita si rilancia e scommette sul rinnovamento con un nuovo sito e con la rivista bimestrale ‘Nuova Verde Ambiente’.

La novità della rivista non si limita al cambio di nome ma anche al restyling grafico, alla nuova direzione responsabile affidata a Mattia Ciampicacigli, giornalista romano di 35 anni, e alla presenza di nuovi collaboratori.

Una vera e propria “terza vita” per il bimestrale di politica e scienza nato alla fine degli anni ’80 e che oggi come ieri si pone l’obiettivo di rappresentare un utile spazio di approfondimento sui temi cruciali delle sfide ambientali, economiche, culturali e sociali del nostro tempo. Voglio ringraziare Guido Pollice che, con il suo impegno, è riuscito a far vivere questa esperienza editoriale fino ad oggi.

Accanto a diversi soci storici della nostra associazione ospiteremo i contributi di nuove autrici e nuovi autori, tra cui il collettivo di Fridays for Future Italia, l’ex direttore di RAI TRE Marino Sinibaldi, la giornalista Simonetta Cossu, Ognuno di loro con le proprie conoscenze ci offrirà il proprio punto di vista su una fase storica complessa, a partire dalla crisi climatica, dalla pandemia di Sars Cov-2 e dalle crescenti disuguaglianze sociali. Nodi irrisolti e contraddizioni del nostro tempo che ci impongono un radicale e integrale ripensamento del nostro modo di governare i fenomeni sociali, di produrre e consumare.

Il primo numero lo abbiamo dedicato alla storica campagna itinerante di VAS “Mangiasano”, giunta alla propria XVI edizione e dedicata da sempre all’informazione e alla comunicazione sulla sicurezza alimentare e all’agricoltura ecologica.

Il secondo numero è già in stampa e sarà invece dedicato in larga parte ad approfondimenti sulla Cop 26 che si è svolta a Glasgow nel novembre scorso.

Abbiamo deciso di distribuire gratuitamente i primi numeri della rivista tramite i nostri Circoli Territoriali. Inoltre possono essere scaricabili dall’apposita sezione dedicata nel nuovo sito www.verdiambientesocieta.it

Colgo l’occasione per fare gli auguri di buone feste natalizie e che il 2022, oltre a vedere l’uscita dal tunnel della pandemia, porti i Governi a fare scelte coerenti e coraggiose per una transizione ecologica che contrasti realmente la crisi climatica e le conseguenze socali che comporta.

Così in una nota Stefano Zuppello, Presidente di Verdi Ambiente e Società

domenica 19 dicembre 2021

Ex Ilva, Peacelink scrive a Cingolani: “A Taranto picchi di benzene Da PeaceLink

 

Dicembre nero

Mentre Acciaierie d'Italia chiede un'accelerazione dei ritmi produttivi per la cockeria, la situazione dentro l'ILVA di Taranto non va bene. E' un “dicembre nero”. E' stato inviato al ministro della Transizione Ecologica questo rapporto sul trend negativo del benzene.
18 dicembre 2021
Associazione PeaceLink

ILVA di notte

Benzene, il "dicembre nero" del quartiere Tamburi di Taranto







PeaceLink invia al ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani un eloquente quadro del peggioramento dell'inquinamento da benzene nell'ILVA di Taranto e, a cascata, nel quartiere Tamburi.

Vi si legge: "La situazione dentro lo stabilimento siderurgico ILVA di Taranto non va bene. Siamo di fronte a un “dicembre nero”. Le inviamo questo breve rapporto che testimonia il trend negativo di dicembre relativo al benzene. Ciò che le inviamo è basato unicamente su evidenze scientifiche e non sarà difficile per lei coglierne il valore".

Nel rapporto di PeaceLink vengono illustrati alcuni grafici basati sui dati delle centraline Arpa e Ispra appositamente elaborati per effettuare dei raffronti statistici.

Questo il giudizio di PeaceLink: "La fotografia è impressionante: in questo dicembre 2021 vengono registrati valori mai rilevati nei mesi di dicembre degli anni precedenti. Come si può agevolmente vedere dall’andamento del grafico, assistiamo infatti ad un aumento del benzene nel quartiere Tamburi quando il benzene aumenta nella cokeria dello stabilimento ILVA. Le ondate di benzene cancerogeno si propagano dallo stabilimento ILVA fino nel quartiere Tamburi e determinano picchi di inquinamento".

Nelle conclusioni del rapporto si legge: "Per le ragioni fin qui illustrate, Signor Ministro, le chiediamo di non concedere ad Acciaierie d’Italia la revisione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale per la cokeria, che andrebbe inevitabilmente a peggiorare questa situazione già critica. Una riduzione dei tempi di distillazione del coke aumenterebbe il numero degli sfornamenti della cokeria con conseguente aumento delle emissioni in atmosfera. A Taranto permane una situazione critica per i tumori infantili. L’ultimo studio relativo al periodo 2006-2017 riporta che “il numero di casi osservati è superiore agli attesi nei maschi, come nelle femmine”. Tutti gli studi predittivi (VDS e VIIAS) indicano una pressione ambientale che si traduce in un danno sanitario inaccettabile. I recenti dati dell’anagrafe comunale confermano eccessi costanti di mortalità nei quartieri prossimi alle emissioni industriali. E nel quartiere Tamburi i bambini presentano danni al neurosviluppo che indicano perdite nel quoziente di intelligenza rispetto ai bambini che vivono più lontani dalle fonti industriali. Sono ragioni più che sufficienti non solo per negare la modifica peggiorativa dell’AIA ma per fare a Taranto la scelta che è stata compiuta a Trieste e a Genova: fermare l’area a caldo. Di fronte a dati in peggioramento, come quelli che le abbiamo illustrato, non si possono attendere i prossimi dieci anni. I fondi europei vanno usati per una reale transizione ecologica riassorbendo i lavoratori ILVA. Occorre agire subito".


Alessandro Marescotti
Presidente di PeaceLink
https://www.teleambiente.it/ex_ilva_peacelink_cingolani_taranto/

sabato 18 dicembre 2021

V.A.S. Natale a Km Zero


 

Con Natale a Km 0 vogliamo raccontare la cena della vigilia e del pranzo di Natale.

La scelta delle ricette è legata alla tradizione di Roma e del suo Melting Pot regionale, certi che ognuno adatta le ricette alle proprie tradizioni. Se vi chiederete dove potete trovare i prodotti per le ricette e per continuare anche dopo ad una spesa a km 0, troverete, grazie alla ricerca svolta dall’ARSIAL e che potete scaricare da questo link https://www.arsial.it/wp-content/uploads/PAT_Biodiver_catalogo_2017.pdf , gli indirizzi dei produttori delle Aziende del Lazio che commercializzano prodotti tipici e tradizionali derivanti da risorse delle biodiversità agraria regionale (l.r. N. 15/2000) – anno 2017. In questa pubblicazione troverete i mercati agricoli di vendita diretta. Nel Melting Pot della regione ognuno ha il suo prodotto tipico tra i 438 prodotti agroalimentari tradizionali, oltre alle 16 DOP (denominazione di origine protetta) e alle 11 IGP (indicazione geografica protetta), 3 STG (specialità tradizionale garantita) oltre ai 36
vini certificati tutti descritti e sintetizzati nella pubblicazione Lazio Patrimonio Agroalimentare, tra biodiversità e tradizione, scaricabile al seguente link: https://www.arsial.it/wp-content/uploads /Guida_Arsial_completo.pdf
Inoltre in questo opuscolo troverete anche una breve descrizione dei prodotti DOP, IGP, STG e dei vini del Lazio.
Nella complessità dell’agricoltura laziale, ci preme ricordare il movimento di lotta per la terra che in particolare su Roma fin dagli anni ‘70 è stato uno dei soggetti per la difesa e il recupero di parti importanti del territorio agricolo. Oggi questo movimento ha costituito un’associazione, “Roma
agricola” (www.romagricola.it), che vuol farsi carico di un impegno sul ruolo dell’agricoltura periurbana su Roma, a questo proposito citiamo il sindaco Argan nel 1978, presso la sede della coop.
Agricoltura Nuova, allora occupata, affermò:
“Il recupero delle risorse agricole nella campagna romana, non è solo un fatto economico ma anche culturale, i problemi della città non possono essere scissi dal vasto territorio che la circonda. L’agricoltura non ha solo un valore di centralità per la ripresa economica del paese, per il risanamento dei nostri debiti, appalesa anche una centralità per porre una barriera alla devastazione del territorio e alla salvaguardia dell’ambiente, il lavoro dei campi è fonte preziosa dell’occupazione e riscoperta di valori umani produttivi e di cultura.

venerdì 17 dicembre 2021

La Commissione europea propone un nuovo quadro per decarbonizzare i mercati del gas e promuovere l'idrogeno



La Commissione Europea ha proposto un nuovo quadro per decarbonizzare i mercati del gas, promuovere l'idrogeno e ridurre le emissioni di metano.


    La Commissione europea ha adottato una serie di proposte legislative per decarbonizzare il mercato del gas dell'UE facilitando l'adozione di gas rinnovabili ea basse emissioni di carbonio, compreso l'idrogeno, e per garantire la sicurezza energetica a tutti i cittadini europei.

Il vicepresidente esecutivo per il Green Deal europeo, Frans Timmermans, ha dichiarato: "L'Europa deve voltare pagina sui combustibili fossili e passare a fonti di energia più pulite. Ciò include la sostituzione del gas fossile con gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio, come l'idrogeno".

"Oggi proponiamo le regole per consentire questa transizione e costruire i mercati, le reti e le infrastrutture necessarie. Per far fronte alle emissioni di metano, proponiamo anche un solido quadro giuridico per tracciare e ridurre meglio questo potente gas serra, aiutandoci a soddisfare i Impegno globale sul metano e affrontare la crisi climatica”.

Le nuove regole faciliteranno l'accesso dei gas rinnovabili e a basse emissioni di carbonio alla rete del gas esistente, eliminando le tariffe per le interconnessioni transfrontaliere e abbassando le tariffe nei punti di immissione. Creano anche un sistema di certificazione per i gas a basse emissioni di carbonio, per completare il lavoro iniziato nella Direttiva sulle energie rinnovabili con la certificazione dei gas rinnovabili.

Ciò garantirà parità di condizioni nella valutazione dell'intera impronta delle emissioni di gas a effetto serra dei diversi gas e consentirà agli Stati membri di confrontarli efficacemente e di considerarli nel loro mix energetico.

Parallelamente, in una prima proposta legislativa dell'UE sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore energetico, la Commissione richiederà ai settori petrolifero, del gas e del carbone di misurare, segnalare e verificare le emissioni di metano e propone norme rigorose per rilevare e riparare le perdite di metano e per limitare sfiato e flaring. Presenta inoltre strumenti di monitoraggio globale che garantiscono la trasparenza delle emissioni di metano dalle importazioni di petrolio, gas e carbone nell'UE, il che consentirà alla Commissione di prendere in considerazione ulteriori azioni in futuro.

La proposta stabilirebbe un nuovo quadro giuridico dell'UE per garantire i più elevati standard di misurazione, comunicazione e verifica (MRV) delle emissioni di metano. Le nuove regole richiederebbero alle aziende di misurare e quantificare alla fonte le proprie emissioni di metano a livello di asset e di condurre indagini complete per rilevare e riparare le perdite di metano nelle loro operazioni. 

Queste proposte rappresentano un passo importante nel percorso di decarbonizzazione dell'Europa e contribuiranno a raggiungere l'obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra di almeno il 55% entro il 2030 e diventare climaticamente neutre entro il 2050.

Il Commissario per l'Energia, Kadri Simson, ha dichiarato: “Con le proposte odierne, stiamo creando le condizioni per la transizione verde nel nostro settore del gas, incentivando l'uso di gas puliti. Un elemento chiave di questa transizione è stabilire un mercato dell'idrogeno competitivo con infrastrutture dedicate. Vogliamo che l'Europa sia all'avanguardia e sia la prima al mondo a dettare le regole del mercato per questa importante fonte di energia e stoccaggio".

"Proponiamo anche regole rigorose sulle emissioni di metano da gas, petrolio e carbone, per ridurre le emissioni in questi settori dell'80% entro il 2030 e per attivare azioni sul metano al di fuori dell'UE. Le nostre proposte rafforzano anche la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e rafforzano la solidarietà tra gli Stati membri, per contrastare gli shock dei prezzi e rendere il nostro sistema energetico più resiliente".

mercoledì 15 dicembre 2021

Dona il tuo 5 per mille per consentire a VAS di riprendere la “Campagna Bastamianto”

 


Architetto Rodolfo Bosi Presidente Circolo VAS Roma

La “Campagna Bastamianto” è stata ufficialmente presentata alla stampa come campagna nazionale nel giugno 1999.

È nata da un lavoro precedente del circolo territoriale VAS di Napoli svolto sulle problematiche ambientali connesse alla bonifica dei siti industriali dismessi dell’area napoletana di Bagnoli.

Nel corso di questa esperienza si è acquistata consapevolezza:

a) della scarsa informazione pubblica intorno al problema amianto;

b) della mancanza pressoché assoluta di una mappatura completa della presenza di amianto sul territorio nazionale;

c) dello stato zero dello operazioni di bonifica, e della gravità del problema della destinazione finale dell’amianto “rimosso” in conseguenza delle operazioni di bonifica;

d) della violazione sistematica del diritto alla salute sia dei lavoratori che delle popolazioni a rischio di esposizione amianto;

e) della mancanza di strumenti di tutela sul piano giurisdizionale per la difesa dell’ambiente e della salute umana.

La campagna Bastamianto è nata così dall’esigenza di affrontare il problema nella sua dimensione nazionale, e di coordinarsi e confrontarsi con altre realtà associative per raggiungere lo scopo di:

1) informare e sensibilizzare l’opinione pubblica sulla nocività dell’amianto;

2) verificare e denunciare la mancata applicazione della legislazione vigente;

3) incidere direttamente sul processo formativo della legge, per indirizzare l’evoluzione normativa verso la tutela effettiva dell’ambiente e del diritto alla salute dei lavoratori e dei cittadini.

La campagna Bastamianto è servita a risollevare la soglia di attenzione intorno a una sostanza cancerogena che il mondo scientifico prevede provocherà il maggior numero di morti nei prossimi venti anni, mentre, a livello istituzionale, i VAS sono riusciti a risollevare l’attenzione intorno a una legge dimenticata, la 257/92, (si pensi che soltanto nel febbraio ’99 si è tenuta la prima conferenza nazionale sull’amianto, i cui lavori sono stati peraltro seguiti da delegati dell’associazione), una legge che non soltanto in parte non è mai stata attuata, ma la cui riforma rischia di diventare il classico “rimedio peggiore del male”.

I dieci punti della “Campagna Bastamianto”:

1) realizzazione di una mappatura della presenza di amianto sul territorio attraverso l’approvazione anche da parte delle regioni inadempienti dei piani di decontaminazione e bonifica;

2) approvazione del regolamento attuativo nazionale per la istituzione effettiva del Registro dei Mesioteliomi su tutto il territorio

3) trasparenza sulle operazioni di bonifica dei siti inquinati da amianto anche attraverso l’istituzione di osservatori permanenti;

4) rigoroso controllo sulla “destinazione finale” dell’amianto rimosso in seguito a operazioni di bonifica;

5) riconoscimento dei diritti degli esposti ad amianto senza discriminazioni di categoria, ma sulla base dell’analisi concreta del ciclo lavorativo e senza prescrizioni di “soglia minima di rischio”, né temporali;

6) promozione e finanziamento della ricerca scientifica sui danni alla salute ed all’ambiente derivati dall’esposizione ad amianto o ai suoi sostituti;

7) obbligatorietà dell’indagine epidemiologica sulla intera popolazione nelle aree a rischio amianto;

8) agevolazioni fiscali e contributive atte ad incentivare una rapida e reale fuoriuscita dall’amianto;

9) elevazione del rango di semplice contravvenzione a quella di delitto per le omissioni degli obblighi previsti dalla L. 257/92;

10) finanziamento stabile del piano di fuoriuscita dall’amianto attraverso la istituzione di un apposito e congruo capitolo di spesa nella Legge Finanziaria.

In occasione della “Giornata mondiale delle vittime dell’amianto” che si è celebrata il 28 aprile 2021, l’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA) ha presentato anche i dati di incidenza del mesotelioma in Italia nel 2020: mesotelioma: 2000 casi, con indice di mortalità del 93% a 5 anni; tumore del polmone da amianto: 4000 casi, riferiti solo all’asbesto. Indice di mortalità a 5 anni dell’88%; asbestosi: 600 casi: indice di mortalità a 5 anni del 25%; altre malattie asbesto correlate: 2000 casi con indice di mortalità a 5 anni del 50%.

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Per consentire a VAS di riprendere la “Campagna Bastamianto” puoi donare il 5×1000 (contributo dello Stato senza spese per il singolo contribuente).

Sul tuo modulo di dichiarazione dei redditi, nello spazio dedicato alla scelta del 5×1000:

  • metti la tua firma nel primo riquadro in alto a sinistra (sostegno volontariato e non profit)
  • inserisci il codice fiscale di VAS (Associazione Verdi Ambiente e Società):

CF 97078560584

Per chi non deve presentare la dichiarazione dei redditi basta che il contribuente sottoscriva la dichiarazione nella prima casella in alto a sinistra nel modello CUD.