Verdi Ambiente e Società
aderisce all’appello lanciato dalla Rete Italiana Pace e Disarmo, insieme con
una vasta coalizione di movimenti, per una giornata di mobilitazione nazionale
il 23 luglio p.v., che si terrà in tutte le città italiane ed europee al fine
di chiedere che tacciano le armi e si avvii una conferenza di pace.
«La guerra in Ucraina, non
certo l’unico conflitto armato ma quello che più ha destato preoccupazioni in
Europa, sta purtroppo avviandosi verso una drammatica situazione di lunga
durata in cui si continuerà a piangere i morti, anche civili. Si stanno
sommando inoltre le pesanti conseguenze economiche e sociali a livello globale
a quelle della grave crisi ecologica e della perdurante pandemia - ha dichiarato il Presidente nazionale di
V.A.S., Stefano Zuppello – Come associazione di protezione ambientale ci
associamo alle altre organizzazioni che hanno sottoscritto l’appello per una
mobilitazione europea e nazionale contro la guerra, fermando l’invasione
dell’Ucraina da parte Russa e per l’avvio di un negoziato di pace che
finalmente interrompa quest’allarmante spirale negativa».
Da sempre, infatti, V.A.S. è
impegnata per la promozione di un approccio ecopacifista alle questioni
internazionali e, non a caso, ha più volte sottolineato che la guerra in
Ucraina sta facendo arretrare il processo di indispensabile conversione
ecologica, evidenziando come i conflitti armati quasi sempre siano causati
dall’accaparramento delle risorse naturali e, al tempo stesso, contribuiscano
pesantemente al degrado ambientale e comportino una pesante impronta ecologica.
«Siamo convinti che le
battaglie per la pace e per l’ambiente siano strettamente connesse – ha aggiunto Ermete Ferraro, referente
V.A.S. per l’ecopacifismo - e quindi aderiamo convintamente all’appello
della R.I.P.D. affinché i governi europei fermino l’escalation militare e
l’esportazione di armi, che invece vanno fatte tacere promuovendo quanto prima
seri negoziati di pace e dando ascolto più alla volontà popolare che agli
interessi del complesso militare-industriale e alle direttive di organismi
sovranazionali che, contrariamente all’O.N.U., sono strumenti di guerra».
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