Sarkozi, il Governo Francese ed i loro organi sulla Sicurezza Nucleare possono avere credibilità alcuna sulle notizie che stanno dando e daranno sull’incidente nucleare di Marcoule? Assolutamente no! per tutto quanto detto sulla sicurezza, per gli immani affari connessi, per la politica energetica e per la politica militare e delle armi nucleari.
Ecco perché occorre che la Comunità Internazionale, se esiste come tale, deve imporre alla Francia l’accertamento internazionale dell’incidente.
Marcoule, oltre ad essere sede di centrali nucleari per la produzione di energia elettrica è anche importante, forse fondamentale, sito strategico per la produzione del nucleare militare francese in una connessione strettissima tra le due produzioni.
A Marcoule, con appositi reattori o con il riprocessamento del combustibile irradiato nei reattori ad uranio (le miniere innaturali del plutonio e dei transuranici) si genera plutonio: quello delle bombe - ne bastano dieci kili in una sferetta di plutonio grande come una palla di bocce, di 10 cm di diametro, per una bomba nucleare di 200 kilotoni di potenza, almeno dieci volte superiore a quelle di Nagasaki ed Hiroshima - e del detonatore della bomba H e quello per cui un grammo, equamente distribuito, può uccidere fino ad un milione di persone.
Da Marcoule probabilmente veniva e viene la micidiale miscela MOX, Uranio impoverito – Plutonio, il combustibile delle “centrali sicure della IV generazione”: sì proprio quello fuoriuscito dal reattore n. 3 di Fukushima, fornito alla società giapponese TEPCO dalla Francese AREVA.
Nessuno può escludere, se non accertamenti internazioni che l’incidente di ieri riguardasse proprio questa produzione.
Il nucleare e di conseguenza il Plutonio costituiscono il più grave pericolo di tutta la storia dell’Uomo per la Umanità ed il Pianeta; occorre una guerra (questa sì!), democratica e pacifista, per la fuoriuscita del Pianeta dal nucleare: un permanente, immenso movimento internazionale, capace di imporre tale scelta in ogni Paese. L’Italia per l’eccezionale, entusiasmante risultato del referendum del giugno scorso può e deve dare un contributo di grande rilevanza a tale movimento, esportando, come grande valore internazionale, tale risultato, popolare e di massa; sbagliato è il “rompete le righe”, il “tutti a casa” dei Comitati nazionali, regionali, locali contro il Nucleare. Occorre invece farli divenire la maglia della rete mondiale contro il nucleare. Ed in tale direzione è necessario ed urgente riprendere la iniziativa associativa , dei comitati, dei cittadini.
Roma, 13 settembre 2011
Guido pollice, Presidente Nazionale VAS
Ermete Ferraro, Responsabile nazionale VAS “Ecopacifismo”
Antonio D’Acunto, Presidente onorario VAS Campania
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