giovedì 23 novembre 2023

Vas parteciperà alla manifestazione prevista per il 25 novembre al Circo Massimo contro la violenza sulle donne e dice BASTA alla violenza sulle donne !

Il 25 novembre ricorre la giornata internazionale contro la violenza sulle donne in cui ancora una volta siamo costretti a parlare di femminicidi ( quasi cento dall’inizio dell’anno) e da ultimo quello di Giulia, una ragazza di 22 anni la cui unica colpa è stata quella di aver scelto l’uomo sbagliato. Violenza non è soltanto violenza fisica e sessuale ma anche violenza economica e psicologica; combattere la violenza necessita un coordinamento continuo tra le varie professionalità coinvolte sin dal momento in cui la donna denuncia la violenza oppure si rivolge al centro antiviolenza o allo sportello antiviolenza presenti sul territorio nonché l’adozione di un programma di formazione continua degli operatori coinvolti e lo stanziamento di risorse economiche adeguate tramite le quali sia possibile adottare un sistema di pronta emergenza al momento della violenza e di realizzare nuove Casa Rifugio sul territorio. Ben vengano le manifestazioni, i simboli come la panchina, i Protocolli interistituzionali ma vi è la necessità di intervenire con l’educazione all’affettività e alla gestione dei rapporti interpersonali nei vari momenti di aggregazione in cui ognuno di noi svolge un determinato compito come all’interno della famiglia. La famiglia è una società naturale in cui ognuno ha il suo ruolo ma questi ruoli non devono sovrapporsi al fine di escludere l’altro e di assumere una posizione di supremazia; la famiglia funziona se all’interno vi è confronto, dialogo e rispetto reciproco e se trasmette sicurezza e protezione nei momenti in cui abbiamo bisogno di aiuto. I nostri figli ci imitano, si muovono in base all’educazione che hanno ricevuto e al modo in cui si sono rapportati con i loro genitori; ascoltiamo i nostri ragazzi , supportiamoli nei momenti di disagio e forniamo loro strumenti adeguati che siano in grado di superare anche una minima insicurezza che se trascurata, può ingigantirsi e diventare un problema serio che si proietta in modo negativo nei rapporti relazionali con gli amici e con la fidanzatina e nel futuro con propria compagna di vita. La violenza sulle donne è un “ ignobile fenomeno che purtroppo esiste ancora ……”, “ le diseguaglianze di genere ed i danni che provocano alle comunità deve essere la preoccupazione principale delle istituzioni “ ( Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ). Educhiamo le nuove generazioni, costruiamo insieme con impegno e determinazione un apparato organizzativo ben strutturato che funziona, soprattutto al momento della richiesta di aiuto da parte della donna , che coinvolga i vari ambiti interessati ( in primis la famiglia) al fine di contrastare il fenomeno della violenza di genere e che aiuti a combattere la paura di denunciare, di uscire allo scoperto. Non dimentichiamo però che ognuno di noi ogni giorno DEVE combattere tutti i giorni contro gli stereopiti culturali discriminatori per le parità di trattamento e la rimozione in ogni ambito della società civile di discriminazioni per sesso, capacità fisica e/o intellettuale, elaborare politiche riguardanti sia la condizione femminile (in ambito sociale, professionale, economico) che la promozione delle pari opportunità; facciamo in modo che i protocolli interistituzionali funzionino veramente a tutela delle donne vittime di violenza . Non mettiamo la testa sotto il cuscino ma facciamo RETE per creare nell’unità di intenti, un cambiamento significativo e duraturo nella società e a tal fine ciascuno di noi e ogni istituzione coinvolta, ha il suo compito da eseguire. Le istituzioni devono costituire una rete interistituzionale che abbia come obiettivo l’ individuazione e l’ attuazione di misure idonee a favorire l’emersione del fenomeno mediante iniziative volte ad incoraggiare le vittime, i familiari, i vicini di casa, l’amica, gli insegnati a denunciare, l’elaborazione di buone prassi omogenee e condivise e la valorizzazione delle strategie interdisciplinari volte a contemperare la duplice esigenza di tutela della vittima e di perseguire l’autore del reato; procedere anche all’identificazione di modalità operative condivise al fine di sviluppare nuovi modelli di intervento che consentano di agire con tempestività nell’ascolto della donna assicurando protezione, sostegno e cura alle vittime di violenza e dei soggetti altamente vulnerabili come i minori direttamente interessati dagli atti di violenza o che abbiano assistito agli stessi. Dobbiamo tutti continuare a lottare per promuovere azioni che riguardino l’universo femminile e proseguire nel farsi promotore di eventi e di servizi che riguardano la donna; facciamo sentire forte la nostra voce senza aver paura di parlare di violenza sulle donne in famiglia, a scuola, nei luoghi di lavoro, con gli amici ed impegniamoci concretamente a fare prevenzione per contrastare ogni forma di violenza. La violenza subita NON è colpa della donna ma è colpa di un amore malato.

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