lunedì 13 agosto 2012

Morire di lavoro di Giorgio Diaferia Pres. VAS Piemonte

Ci risiamo e non sarà l'ultima volta. Ancora una volta si riaccende il conflitto tra lavoratori ovvero i sindacati e cittadini,ecologisti e Procure che denunciano il grave danno ambientale con gravissime ricadute per la salute legato a talune produzioni industriali, non controllate. Fabbriche che danno lavoro ma creano morte e malattie per alti livelli di inquinamento.
Fanghi ricchi di vari tipi di diossine, riversati direttamente in mare con danni cancerogeni certi poichè appartenenti alla classe 1A quella delle sostanze che sicuramente causano tumori. Questa sembra essere la situazione dell'ILVA (ex Italsider) di Taranto. Ma come è stato possibile? A cosa è servito il miliardo e centomila euro, il 24% delgli investimenti totali,che sarebbe stato speso dall'azienda tra il 1998 ed il 2011 per la tutela sanitaria ed ambientale? Molti gli interrogativi glli evidenti mancati controlli e soprattutto come mai non si è effettuato il trattamento dei fanghi reflui della lavorazione ?. La paura nei cittadini è sia di aver subito gravi danni alla propria salute ma anche di perdere il proprio posto di lavoro. Il Presidente attuale dell'ILVA, Ferrando, l'acciaieria più grande d'Europa, ha già fatto sapere che il rischio chiusura potrà avere delle conseguenze su gli altri stabilimenti di Novi Ligure e Genova dove da alcuni anni non si effettua più la lavorazione a caldo. Il solo Polo di Taranto dà lavoro ad oltre 20.000 dipendenti, una gran parte residenti in città o nelle zone limitrofe. Attualmente lo stabilimento è stato dissequestrato dopo la sentenza dell'8 agosto,della Procura che indaga, ma il GIP ha bloccato l'attività produttiva: Dunque l'ILVA non chiuderà ma per poter andare avanti dovrà provvedere al risanamento, processo che sarà controllato da 3 ingegneri nominati dal GIP. Si dibatte tra emissioni convogliate al camino E312 rispetto a quelle diffuse.Nel mentre il Governo Monti affida 336  milioni per la bonifica del sito al Governatore della Regione Puglia,Niki Vendola.Certo una cifra che permetterà solo di avviare il piano generale di bonifica ma non di completarlo. Ben di più dovrà essere stanziato dalla proprietà per la messa in sicurezza dell'impianto. Nel mentre ci sono i pastori, che hanno scoperto nel tempo, ma in gravissimo ritardo per la loro salute, che i propri greggi erano contaminati dalla diossina con picchi nelle carni pari a 114 picogrammi (tolleranza a 6pcg) Animali contaminati che fanno pensare, ad esempio al Il Poligono sperimentale interforze del Salto di Quirra in Sardegna con alti livelli di linfomi tra le persone, greggi ammalati ed abbattuti. Ma i parallelismi potrebbero essere assai più numerosi, con un grande distinguo però : in Sardegna esiste un gravissimo danno sanitario, con malformazioni nei bambini e contaminazione ambientale diffusa , ma non ci sono migliaia di operai da difendere e sindacati  inferociti. Un elemento che con l'approssimarsi del voto fa scatenare anche le varie forze politiche ed in particolare Pd e PdL. Altre forze come l'IDV difendono invece la magistratura, non tanto per la tutela della salute, ma perchè ciò che decidono i giudici non deve mai essere messo in discussione, mentre "errare humanum est....". Ed i giudici sull'ILVA hanno perfettamente ragione nel bloccare la produzione a caldo dell'acciaio.E' la terra ad essere contaminata con tutto quello che ci cresce sopra, ma anche l'aria e l'acqua, un vero disastro ambientale e sanitario !. Un'altra preoccupazione sono le perizie dei tecnici. Da una parte la negazione di qualunque pericolosità per la salute dei cittadini e dell'ambiente di vita e di lavoro, dall'altra evidenze di alta pericolosità per entrambe. C'è da domandarsi quale il ruolo delle agenzie per la tutela dell'ambiente.Ma è possibile produrre lavorazioni altamente inquinanti , come quelle dei poli siderurgici senza inquinare ? Case ricoperte di polvere nera, fanghi nell'acqua del mare dove è vietata la balneazione. Certamente gli investimenti per l'abbattimento dei fumi, degli scarichi reflui vanno trattati e sorvegliati a livelli massimi con ingenti investimenti.La politica deve stare dalla parte dei cittadini. Tutelare l'ambiente di vita e di lavoro è fondamentale. Garantire produzioni ed attività che non mettano a rischio la salute delle persone degli animali e della natura è un dovere imprescindibile e preciso degli amministratori pubblici. Anche molti sindaci sono in rivolta da Genova a Civitavecchia, da Gela a Borgo Valsugana di Trento, da Portovesme a Porto Marghera. Ma l'elenco potrebbe proseguire.  Solo così si potranno evitare drammatici e tristi scontri tra chi chiede di grantire i posti di lavoro anche a scapito della salute e chi chiede l'immediata chiusura degli impianti e delle attività inquinanti.Si rischiano infatti scontri tra cittadini pro e cittadini contro la chiusura. E la grave crisi economica che attraversa il nostro paese potrebbe inflluenzare le scelte, per la preoccupazione di creare nuova disoccupazione gettando una zona del nostro paese nella disperazione. A volte poi le chiusure di strutture inquinanti, pensiamo di uranio impoverito, vengono realizzate, ma poi mancano i soldi per una bonifica radicale del territorio, o perchè la legge non lo prevede ed i Comuni o le Regioni non hanno di certo i soldi per poter provvedere da soli. Tutto resta com'è o quasi, Le bonifiche inoltrre richiedono interventi radicali, alte competenze e personale specializzato. Ma come dice il Ministro dell'Ambiente Clini, c'è il rischio che le fabbriche chiudano per risanarsi e poi non riaprano più.. Occorre la certezza che tutti i soldi stanziati vengano spesi seguendo le linee guida tracciate dagli esperti non di parte e capaci di realizzare bonifiche efficaci, con la garanzia della riapertura successiva degli impianti produttivi.Sono infatti numerosi i siti inquinati da lavorazioni industriali che restano ancora da bonificare. Ci sono poi le zone inquinate da contaminazioni ambientali criminali legate alle attività illecite di smaltimento  di rifiuti industriali altamente pericolosi.Mentre scriviamo questo articolo, è giunta con un giorno di anticipo la sentenza del tribunale del riesame che ha stabilito che con i soldi stanziati l'ILVA dovrà iniziare l'immediata messa in sicurezza dell'impianto avviando subito un piano di risanamento dell'area di Taranto, realizzando quegli interventi di decontaminazione delle acque e della produzione in genere . Il tutto avverrà mentre i titolari ed i membri del consiglio di amministrazione restano ai domiciliari e l'attuale Presidente Ferrando non dovrà più sovraintendere alle attività di bonifica degli esperti nominati dal giudice.Quindi stop alle lavorazioni a caldo fintanto che non verranno apportate le opere di messa in sicurezza. Puro buon senso, ma occorrono garanzie precise da parte della proprietà.E poi come se non bastasse ci sono gli esiti di prossima pubblicazione dello studio "Sentieri" della società italiana di epidemiologia e prevenzione, che riferisce di una incidenza di Tumori polmonari e malattie respiratorie, nel sito, altamente significative.( 10% in più rispetto alla popolazione italiana).

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