sabato 12 novembre 2011

ALLUVIONI: CATASTROFI AMPIAMENTE ANNUNCIATE, MA... di Giorgio Diaferia (Coordinatore VAS Piemonte)


E' vero che il clima è cambiato, ormai anche i più severi detrattori dell'IPCC si sono convinti che le alte concentrazioni di CO2 prodotte dall'antropizzazione crescente del nostro Mondo,a proposito da qualche giorno siamo 7 miliardi, abbiano prodotto dei consistenti cambiamenti climatici. I ghiacciai che si sciolgono sempre più rapidamente, gli Oceani che si innalzano, i fiumi che straripano, la siccità alternata a piogge monsoniche, uragani, tempeste di vento,inondazioni, maremoti e tsunami. In Italia, il clima ha raggiunto modifiche di cui siamo ormai in gran numero consapevoli, forse occorrerebbe fare un corso super accellerato agli esperti del Governo ed alla Protezione Civile, poichè occorrono misure più severe di prevenzione e di bonifica del territorio che si sta letteralmente rovesciando addosso a noi per le incurie dei decenni passati, in parte mitigate da un clima dolce e tutto sommato non aggressivo se non molto raramente(ogni 50 anni circa).Nel mentre facciamo i conti con la speculazione edilizia che ha permesso di costruire dappertutto, e che ancora adesso non si ferma. Quando piove ormai sono scrosci di una densità a metrocubo di acqua incontenibili. Le campagne si allagano perchè aride, spesso abbandonate, con letti dei fiumi ristretti e cementificati. Occorre presidiare il territorio che in Italia è per oltre l'80% ad alto rischio. E poi i costi, miliardi di euro per bonificare, ricostruire, proteggere, mettere in sicurezza. Tutti con gli occhi al cielo, specie nelle nostre dolci regioni di Toscana e Liguria dove sono annunciate nuove intense piogge. Restano comunque ancora molte preoccupazioni nel NordOvest d'Italia dopo la tragedia di Genova, un dramma ampiamente annunciato e dovuto certamente all'intensità della pioggia ma soprattutto all'edificazione selvaggia sulle rive fluviali. Arno,Tevere e Po sono alcuni dei fiumi ad alto rischio di esondazione, e per questo trovano assurdamente una concentrazione di edificazione sulle loro rive senza senso. Il danno è fatto perchè per sanare questo scempio occorrerebbe abbattere palazzi, fabbriche ed ogni insediamento lavorativo o abitativo per ridare al fiume un letto più ampio. Se dunque la statistica ci dice che ogni 50 anni avvengono questi fenomeni piovosi di particolare intensità, perché si fa così poco in questa pausa che permetterebbe di porre rimedi come : allargare vie di fuga, spostare le case più a rischio, ripulire l'alveo dei fiumi, dragando, ed approfondendo il letto di scorrimento, fare vigilanza dei territori montani e collinari abbandonati, mettere argini per eventuali smottamenti di terreno, non si spendono gli euro necessari per seri lavori di messa in sicurezza. Ancora una volta le cassandre ecologiste-ambientaliste, avevano segnalato il problema, e l'unico risultato è stato quello di essere indicate come arretrate, come responsabili di frenare il progresso o l'espansione delle città. Anche la mancanza di referenti politici “ecologisti” è un problema tutto Italiano. Costruire si ma "con judicio" e dietro la guida di piani regolatori ed urbanistici affidati a esperti super partes, sembra incredibile ma ce ne sono

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